Racconti dal passato arcaico

In Italia
La Chimera di Arezzo

In Italia
La Chimera di Arezzo

L’opera
La Chimera, opera in bronzo risalente al IV secolo a.C., fu ritrovata ad Arezzo.
Sulla sua zampa anteriore destra è impressa la parola etrusca “t i n s c v i l”.

Le ipostesi
In questo articolo, l’interpretazione di questa semplice parola è affidata alle ipotesi che sono esposte negli articoli precedenti e per le quali, nello svolgere le traduzioni, è possibile aggiungere le vocali e raddoppiare le consonanti, se necessario; inoltre è possibile attribuire ad alcuni simboli alfabetici più di una soluzione; confrontare le parole etrusche con voci latine, italiane e arcaiche italiane; leggere da destra verso sinistra e in senso contrario. (s = s, sci, si, z, doppia s, x; v = v, b, f, p h; c = c, g).

La statua ed il suo messaggio
La statua, nella sua particolare forma e in una sola compatta composizione, concentra essenzialmente tre immagini, quella del leone, quella del serpente e quella del capretto.
Questa opera rivela quali fossero le idee di coloro che la realizzarono, inviando il suo messaggio positivo, potente ed efficace ancora oggi. In tempi arcaici, essa aveva il compito di fare intuire che fra i fenomeni, nell’universo esistesse un cosmico, armonioso e immaginario abbraccio, tale da corrispondere, nell’ambito della comunità etrusca, alla forza unificatrice degli ideali di lealtà e reciprocità. Virtù riconosciute in modo chiaro, in un patto di alleanza, in totale accordo, con il fine di favorire e proteggere i più deboli e indifesi.
Le autorità etrusche custodivano i loro precetti affidandoli ad una scrittura segreta, basata sullo scambio e ricombinazione dei segni. Si impegnavano per una reciproca assistenza, seguendo i principi di rettitudine e sentimento di buon cittadino.
Il ruggito del “Leone da Arezzo” risuona nello spazio e nel tempo. Sulla sua zampa destra i pochi segni alfabetici sembrano confermare le premesse e allo stesso tempo rendono indelebile l’eco del pensiero etrusco, maturo, positivo, completo.

Il mito
l i v c s n i t
l i b a g i o scenata
l e o o p h i u c i a s s a n n a t o
l e o o f i u c o a s s e n n a t o

sacrificio inscenato, leone serpente e ghermito da z a n n e, leone o f i u c o e capretto assennato (in Latino l i b a t i o = libagione, offerta, sacrificio; a s s a n n a t o è una parola arcaica italiana che significa afferrare con le z a n n e, nome riferito anche ai denti del serpente);

Capretto innocuo
t i n s c v i l
t u e i n n o x i c e f a l o
t u e i n n o x i civile
t e n s i c i v i l e
vedi il capo di uno non colpevole; difendi rettitudine pubblica; teso verso il sentimento di buon cittadino

(T u e o r in Latino significa vedere, guardare, considerare, esaminare, contemplare, difendere, proteggere; tendo, t e n s u m = tendere, offrire, volgere, dirigere, mirare a, aspirare; i n n o x i e = innocuamente, onestamente; i n n o x i u s = innocuo, inoffensivo, non colpevole, probo, retto; civile = sentimento di buon cittadino, indulgente, pubblico);

Scrittura segreta
l i v c s n i t
l i v i c i s n o t a
la v i c i s nota
i l l a v i c i s nota
la mutevole scrittura segreta; i noti principi di mutamento e scambio dei segni nella scrittura segreta

l i v i c i s n i t i
i l l a v i c i s n i t e
i l l a u f f i c i a s e n a t o
la reciprocità segnala; i noti principi della reciprocità descrive; i noti principi esposti con solennità

(in Latino: i l l a = la nota sentenza, i noti principi; v i c i s = vece, vicenda, mutamento, cambio, scambio, alternativa, ricambio, reciprocità, destino, condizione, ufficio, funzione, carica; nota = nota, segno, lettera, scrittura segreta, abbreviazioni, segni tachigrafici; in Italiano reciprocità = alternanza, scambio; in particolare è interessante ricordare la definizione della clausola di reciprocità che è quella per la quale ciascuna delle parti contraenti di un trattato si impegna a concedere all’altra parte lo stesso trattamento che riceve da questa; n i t e o = risplendere, segnalarsi).
(In questo articolo le considerazioni e le traduzioni sono ipotesi dell’autrice e fanno riferimento alle idee esposte nei precedenti articoli, iniziando da Gemelle Illustri).

Una similitudine per ipotesi

I numeri nascosti

Statuetta di bronzo, IV secolo a.C., Aruspice Etrusco
Fedele alla sua indole pacata e discreta, l’aruspice celava nell’epigrafe al suo fianco un autentico esempio di formula, a indicare la sua professione e la capacità nella scienza dei numeri.

Nel compiere la propria missione l’aruspice portava conforto alla comunità e si affidava al potere del rito, ripetendo espressioni brevi, incisive, infinite.

A lungo, nel tempo, egli fu reputato attendibile e degno di stima grazie al fondamento di esattezza delle frasi da lui recitate.

Le parole sulla statua
Le considerazioni intorno alle parole sulla piccola statua possono rientrare nella più ampia ricerca, iniziata con l’articolo Gemelle Illustri e si legano strettamente all’articolo Lungo il corso del Tevere. Lo studio si basa sulla premessa secondo la quale i documenti etruschi potrebbero essere ritenuti un esempio di conoscenza esatta e non una manifestazione di mentalità primitiva, ingenua, mediocre.

Questa idea si rafforza osservando l’epigrafe che si trova sulla statuetta e che ricorda la forma di una similitudine. Tale singolare struttura incoraggia a sperimentare la sostituzione delle lettere alfabetiche con i numeri, ottenendo una soluzione interessante.

Le lettere sono otto da un lato e, separate da due piccoli tratti orizzontali, seguono sei lettere più due, dall’altro lato.

Rappresentazione libera e sperimentale dell’epigrafe: MVCIEFDV = FTLRVP . NI”.

Da lettere alfabetiche a numeri
1 2 3 4 5 6 7 (8) = 1 2 3 4 5 (6) . 1 (2)

8 = 6 + 2

1 2 3 4 5 6 7 (8) = 1 2 3 4 5 6 . 7 (8)

8 = 8

8 —– 8,1

1 : 8,1 = 0,1 2 3 4 5 6 7 9

Il favorito
L’epigrafe ricorda una similitudine e lascia ipotizzare un suo riferimento a notizie di precisione e al numero 8. Infatti ancora più convincente per questa teoria è la presenza intrigante del simbolo 8 in alcune epigrafi. Esso è riferito al suono f che, sulla statuetta di aruspice, è indicato con la lettera F. La comparsa del carattere 8 nella scrittura etrusca favorisce l’idea secondo la quale esso potrebbe essere stato un numero, il favorito fra le altre eventuali cifre, per la sua intima natura, esclusiva, completa, universale, tanto da meritare il doppio valore alfabetico e numerico. Le sue qualità si dimostravano valide per descrivere i fenomeni.

(Primi numeri della serie aurea: 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, …)

8 + 1 = 9

9 —– 8,9

1 : 8,9 = 0,1 1 2 3 5 9 5 5

9 x 9 = 81

0,81 x 2 = 1,62

Ricerca
Il riferimento ipotetico ai numeri e quindi a 6 e 2, suggerisce di sperimentare la ricerca dei possibili riferimenti dell’epigrafe al numero phi.

1 2 3 4 5 6 7 (8) = 1 2 3 4 5 (6) . 1 (2)

8 e 6,2

1 : 6,2 = 0,161290322

(Phi = 1,618034 e il reciproco di phi = 0,618034)

0,618034 —– 6,2.

Altezza della statua
A questi numeri si può aggiungere la misura in altezza della statua che è di 177 millimetri.

Radice quadrata di 177 = 13,3041347

177 x 8 = 1416

17,7 x 8 = 141,6

1 2 3 4 5 6 7 8 e 1 2 3 4 5 6 . 12

1 2 3 4 5 6 7 8 e 6 x 12

1 2 3 4 5 6 7 8 e 72

1 : 0,1 2 3 4 5 6 7 8 = 8,1

1 : 72 = 0,013888888

72 : 8 = 9

1 2 3 4 5 6 7 8 : 9 = 1371742

1371742 —– 137,1742

72 x 2 = 144

133, 137, 138, 141, 142, 144

(Angolo aureo, 360 diviso phi al quadrato, 360 : 2,618034 = 137,5077635).

Spazio celeste
Nel pensiero etrusco, 16 = 8 x 2 era il numero per suddividere lo spazio celeste e per definire ogni altro schema, applicato alle molteplici esperienze della vita quotidiana e rituale.

8 x 2 = 16

8 x 8 = 64

6400 millesimi

6400 : 4 = 1600

6400 : 17,7 = 361,6

360 x 17,7 = 6372

1,77 x 1,77 = 3,1329

3,1329 —– 3,14

(Per il calcolo di angoli zenitali, 2 x 3,1415 = 6,283; angolo giro, millesimi esatti 6283; millesimi convenzionali 6400).

Effe e pi
Secondo la trascrizione libera e sperimentale, realizzata in questo articolo, nell’epigrafe si troverebbero le lettere alfabetiche P ed F. Si può continuare l’esperimento, ipotizzando che P, “pio, sacro”, indichi 0,62.

Una soluzione questa che si accorda bene con la logica dello studio svolto in questo articolo e nel quale F può essere 1,62 = F = effe = fi = effio = dimostrato. “Lat.: /effio/ efficio, is, effeci, effectum, efficere produrre, causare, effettuare, eseguire, compiere, fare, fruttare, rendere, conseguire, formare, ottenere il risultato, fare in modo che, riuscire a, radunare, raccogliere, allestire, dimostrare, stabilire, provare, concludere, viene di conseguenza, si conclude, risulta”;

2 x 0,81 = 1,62

1 : 1,62 = 0,61728395

0,62 —– 6,2

6,2 : 2 = 3,1

3,1 —– 3,14

1,77 x 1,77 = 3,1329 —– 3,14

Una scala semplice
Il numero 2 conduce per gradi e intercetta 8 e 16, cifre imprescindibile per gli Etruschi.

1 x 2 = 2

2 x 2 = 4

2 x 4 = 8

2 x 8 = 16

2 x 16 = 32

2 x 32 = 64

64 —– 6,2 —– 0,618

2 x 0,81 = 1,62

Se 5 x 1,618034 = 8,09017

anche 5 x (2 x 0,8) = 5 x 1,6 = 8,0

e 8 x (2 x 0,8) = 8 x 1,6 = 12,8 —– 13

8 x 1,62 = 12,96 —– 13.

(Nella serie dei numeri aurei ogni numero è uguale alla somma dei due precedenti ed è anche il risultato del prodotto tra il numero precedente e 1,618034).

Interpretazione
Nei testi antichi si racconta che l’aruspice etrusco fosse di grande competenza in ogni campo del sapere. Una tradizione che trova conferma anagrammando le parole sulla statua.

Primo esempio di interpretazione:

f a e c i e sei due = fa talare apie . uno

ridotto al valore più basso 62 (0,62) = ottieni numero ingegnoso legandolo a uno, 1 + 0,62 =1,62

Lat.: faex, faecis residuo, la classe più bassa; apio /apo/, is, apere attaccare, legare; Talaris calzari alati di Mercurio”; talea nella musica, ripetizione di uno schema ritmico fisso”; “It.: talento ingegno, capacità, genio, intelligenza”.

Un sapiente arcaico
L’aruspice non solo era capace nei numeri, egli era anche esperto nello studio delle stelle, affiancava le autorità, rappresentava il loro messaggero e agiva in loro vece.

Secondo esempio di interpretazione:

foedere filia u n u t u pio cie ius

giunto nelle città alleate fa le veci delle autorità

Lat.: foedus, foederis alleanza, lega, trattato di alleanza, accordo, vincolo, patto; filia, ae figlia, progenie, città, abitanti; cio, is, civi, citum, cire evocare, emettere, produrre; ius, iuris legge, diritto, privilegio, autorità; “Dialetto: u n u t u = venuto, giunto”; “It.: veci funzione, mansione, ufficio”; “Ipotesi: M = ius = s”.

Nuovo metodo
I molti ipotetici argomenti, contenuti nell’epigrafe, possono essere recuperati con un nuovo metodo che è quello di anagrammare le parole anche se esse ripetono una similitudine e quindi sono disposte in forma di due gruppi separati.

Questo esperimento prevede di aggiungere le vocali nel caso che quelle a disposizione dall’epigrafe non siano sufficienti. Considera anche di rendere doppia una consonante, se necessario, per riuscire a convertire le parole arcaiche in modo che si sovrappongano a termini latini, italiani e richiamino espressioni di un dialetto del Lazio. Sono considerate 10 consonanti: “M, C, F, D, F, T, L, R, P, N”.

Si formano frasi complete, brevi, incisive, comprensibili, riferite ai numeri e all’osservazione del cielo. “Ipotesi: c = c = g; M = s = z = ius = m; d = t t = d; n = n = g n; f = f = v”; “Ipotesi: F = 1,62; P = 0,62”.

Versioni
Vega Polare vedete segno | v c, p l r, v d t, s n

la stella Vega indica il Polo

c o n a tue parallasse due effie

l’angolo definito dalla parallasse risulta da due punti di osservazione

Lat.: voco, vocare invocare, condurre, suscitare; conus cono, meridiana; tueor, tueri avere cura di, difendere, guardare, scorgere, mirare, contemplare, considerare, custodire, conservare, mantenere, sostenere, proteggere”; “It.: vogare remare”.

Gea parato Sole nodo effie

sul nodo la Terra blocca la luce del Sole

Gea parata Luna suo effetto

la Terra produce l’effetto di creare ombra sulla Luna

periodo cie Luna situ effie

descritto periodo calcolare posizioni della Luna

la ratio fi fie due cie piete uno | l, r z, f, f, d, c, p t, n

la ratio fi (1,62) per 2 e ricorda la misura di un piede

1,62 x 2 + 0,328 = 3,568 x 100 = 356,8

(Distanza minima lunare 356,375 km).

fie ratio fi lacia due piete uno

elabora la ratio con fi (1 : 1,62) moltiplica per 2 e per la misura di un piede

0,62 x 2 x 3,28 = 4,0672 x 100 = 406,72

(Distanza massima lunare 406,720 km).

Lat.: situs, us posizione, situazione, riposo; cio, cis, civi, citum, cire mettere in moto, evocare, produrre, emettere, muovere; lacio, lacere attirare, irretire; Gea nel mito, la madre Terra, per i Romani Tellus; piede unità di misura lineare del valore di circa 30 cm“. “Ipotesi: numero fisso uguale a 8; piede = 32,8. La scelta di questo valore porta a risultati soddisfacenti, nel contesto di questo esperimento”.

Il Sole
fede pianeta giro Sole fa | f d, p n t, c r, s l, f

giro Sole opinio effetto tue | c r, s l, p n, f f d, t

che il Sole compia il giro è una opinione effetto del senso della vista

Lat.: planetes, um pianeti; Sol, Solis il Sole; opinio, opinionis opinione, congettura, stima, voce; tuor, tuoris il senso della vista”.

Sole fi fi tre apie otto cie uno

riguardo al Sole 2 fi aggiunto 3 x 8 considerato uno

2 x 1,62 = 3,24

3,24 + /(3 x 8 – 1) : 100/ = 3,24 + 0,23 = 3,47 x 100 = 347

(Due congiunzioni successive del Sole con il nodo ascendente dell’orbita lunare 346,1453 giorni).

La Luna
Luna ficte dirime fie P

per resa fittizia distanza lunare elabora P (0,62)

0,62 x 0,62 = 0,3844 x 1000 = 384,4

(Distanza media lunare 384,400 km)

re fie nodi licie P ito fisso

stimato avvenimento ai nodi moltiplica P meno il numero fisso (0,8)

0,62 x 0,62 = 0,3844 x 1000 = 384,4 – 0,8 = 383,6

(13 Lunazioni, 13 Lune piene in 383,87 giorni).

Lat.: Luna, Lunae Luna; dirimo, is, diremi, diremptum, dirimere dirimere, separare, dividere; ficte in modo fittizio, in apparenza”; licio, licere valutare; ligo, ligare legare, annodare, unire, congiungere, stringere, rafforzare; fio, fiere essere fatto, essere nominato, essere stimato, essere considerato, divenire, essere, avvenire; res, rei concetto, contenuto, ragione, avvenimento, caso, circostanza, rapporto; eo, is, ivi, itum, ire andare, venire, passare, trasformarsi, procedere, divenire”; “Ipotesi: M = m = s = doppia s”.

Noa fa tappa faccia Sole reto | n, f, t p, f c, s l, r t

la Luna Nuova copre la faccia del Sole che si trova dietro.

Simbolo e fenomeno
Le riflessioni e le traduzioni sperimentali, realizzate in questo articolo, immaginano una cultura etrusca di alto livello, un pensiero arcaico di esattezza, ben definito già agli albori di quella civiltà. Molte discipline, incluse in una scrittura destinata ad aprirsi secondo chiavi di interpretazione, disposte nel giusto contesto matematico, del calcolo del tempo e di ciò che riguardava la sfera della vita quotidiana e pratica.

Nel pensiero etrusco il simbolo coincideva con il fenomeno, così era per il grafema 8, completo, prodigo, generoso, immagine di molti accordi, in equilibrio, ciclico, assoluto.

(La ricerca svolta in questo articolo si basa sulle ipotesi esposte nei precedenti articoli a iniziare da Gemelle Illustri. Per questo motivo le traduzioni, le riflessioni e le conclusioni sono da considerare puramente ipotetiche anche se esse si basano su una bibliografia importante. I numeri risultano dalle traduzioni sperimentali e fanno parte di semplici, elementari operazioni di calcolo, realizzate in modo libero dall’autrice e limitate al contenuto di questa ricerca). (Pina Basile).

(Riferimenti: Mauro Cristofani /a cura di/ – Etruschi – Una nuova immagine – Giunti – 2006;

Romolo A. Staccioli – Gli Etruschi – Un popolo tra mito e realtà – Newton Compton editori – 2006).

Il solenne giuramento
Parole per un re

Teoria intorno alla statua

La statua denominata Guerriero di Capestrano risale al VI secolo a.C., proviene dalle Antiche Culture Italiche e prende il nome da Capestrano, luogo del rinvenimento, in Abruzzo. Fanno parte del suo corredo elementi adatti per il combattimento ed un copricapo composto da una larga tesa ad anello. Al suo fianco, lungo una colonnina, si trova incisa l’epigrafe, un testo antico italico.

In questo articolo, le parole impresse accanto al Guerriero di Capestrano vengono interpretate in modo sperimentale. Mantenendo inalterate le consonanti, quelle parole possono essere confrontate, assimilate e sovrapposte a voci italiane, latine e dialettali italiane. L’epigrafe si traduce così nel testo di un giuramento ed il personaggio, ritratto nella statua, appare nell’atteggiamento di recitarlo solennemente, davanti al suo popolo. L’epigrafe tuttavia nasconde un doppio significato dal momento che la parola k, u, p, r contiene, in sequenza ordinata, anche i caratteri alfabetici che formano il termine latino C, y, p, r, i, s, nome riferito a Venere, dea dei primordi, nata dalle acque del mare.

In un lontano passato i racconti intorno alla dea della primavera e al suo leggendario strabismo potevano essere considerati fonte benevola e attendibile di sapienza, per aiutare a chiarire i fenomeni della natura e per affrontare le difficoltà della vita quotidiana. Così da quelle storie proveniva l’insegnamento a superare i disagi con coraggio e saggezza. Un pensiero di speranza che si poteva ritrovare custodito nella scrittura impressa accanto alla statua, un messaggio antico ancora comprensibile, nonostante inevitabili difetti di lettura.

Nell’ipotesi del doppio significato da attribuire all’epigrafe, quello di un solenne giuramento e quello di una lode rivolta alla dea della primavera, le parole sulla statua mostrano la vivacità del primitivo significato.

Riflessione sugli argomenti

Nel testo impresso sulla statua, le lettere k, u, p, r sembrano corrispondere con quelle del vocabolo latino Cypris, Cypridis, Cipride, appellativo di Venere divinità della primavera. Le stesse lettere coincidono anche con il termine capriata elemento di sostegno che, in questo caso, rammenta l’atteggiamento del guerriero, rappresentato mentre sostiene il copricapo, emblema dell’importante impegno nel guidare la comunità. Le notevoli dimensioni del copricapo suggeriscono che tale ornamento potrebbe essere stato completato da rifiniture di cuoio a protezione della superficie di appoggio. La parola corame “cuoio” appartiene ai termini possibili, da sovrapporre alle lettere dell’epigrafe k, o, r, a, m, facilitando così la descrizione dei particolari nell’abbigliamento del sovrano. I nomi Cipride, capriata, corame sono di orientamento nella ricerca delle parole italiane per comporre le seguenti sei versioni, svolte per l’epigrafe.

Nella prima versione le parole italiane affiorano dai caratteri alfabetici che fanno parte dell’epigrafe e descrivono l’aspetto del personaggio rappresentato nella statua. In questa occasione, sono aggiunte le lettere k ed l, per sostituire le poche mancanti nel testo originale.

Mo’ cappa (mantello) reca re, mappa (protezione) sotto, annessi rocche, anelli essi piombo /kola/to”. “Ora il re indossa il mantello, reca protezioni inferiori, annessi (di cuoio) avvolti a più giri e anelli di piombo colato”.

Nei precedenti articoli, a iniziare da Le tasse e il vaso di D u e n o s, le parole italiane hanno dimostrato di coincidere con quelle etrusche. Dal momento che le parole italiane si sovrappongono senza difficoltà anche a quelle impresse accanto al Guerriero, si trova il sostegno per formulare una nuova ipotesi:

Parole antiche italiche = parole italiane = parole etrusche”.

Studio delle parole

(Latino: corium cuoio; coram davanti, apertamente, al cospetto di, coram populo davanti al popolo; duco, is, duxi, ductum, ducere condurre, ricevere; dicio, dicionis /dico/ comando, dominio, potere, signoria, sovranità, impero; dico, as, avi, atum, are dedicare, dare, consacrare; dico, is, dixi, dictum, dicere pronunziare, dire o pronunziare in pubblico, perorare, parlare, eleggere, proclamare, nominare, chiamare, denominare, fissare, stabilire, assegnare; elatus, a, um alto, elevato, sublime, nobile; cieo, cies, citum, ciere evocare, chiamare in aiuto, chiamare per nome; ecce ecco; ipse stesso, parimenti, pure, anche, proprio, precisamente; eluceo, elucere rilucere, brillare; opimus, a, um fecondo, copioso, splendido; spes, spei speranza, attesa; regero, is, regessi, regestum, regerere portare indietro, riportare, gettare indietro, rimandare; eo, is, ivi /ii/, itum, ire andare, venire, giungere, trasformarsi, diffondersi; paucus, a, um poco) (Italiano: corame cuoio; corame accora me, accorare, affliggere; mappa panno di lana; rappresentazione schematica di un dato fenomeno; a piombo in perpendicolare; anzi prima di, davanti; /egli/regge dal verbo reggere, guidare, essere a capo; nave nel significato poetico e figurato il termine nave può indicare una comunità bisognosa di guida; annona rendita, tributo; accollata cerimonia di investitura; accollare caricare di impegni e responsabilità; speme speranza; pecca difetto; poco in piccola misura; mo’ ora, momento, attimo) (Dialetto: annanzi, anzi per primo, davanti; pe’ per, al fine di; sollei tu sollevi, tu sostieni da sollevare e sostenere; lea ella o egli leva, da levare, togliere; unìu ella o egli venne, da venire, giungere).

Lettura sperimentale per alcuni segni alfabetici: (m = m = sci; simbolo del doppio rettangolo = d = t = vocali; k = c = g; i = vocali; p = b = p; l = v = l).

Versioni

Copricapo

MA KUPR(E) D(I) KORAM(E) OP(PO)SITI A NE NESSI REK(I) INEL(L) D(E)SI P(I)OMP /KALA/D

MI COPRE DI CORAME APPOSITI ANNESSI RECA ANELLO TESA PIOMBO /CALA/TA

Mi coprono appositi annessi di cuoio, reggo tesa in forma di anello e calata a piombo;

Pensiero

MIA KAPR(IA)D KORA M(E) AP(I)CI TIENE ANZI REKI NAV D(U)CI PIOMP /KAVA/D(A)

MIA CAPRIATA, CORE MIO PACI TIENE, ANZI REGGA NAVE, DOCE PIOMBO /CAVA/TA

Il mio compito, alta gratificazione e pace per il mio cuore, è il mio primo pensiero ed è quello di guidare la comunità, dolce privilegio ricevuto all’improvviso;

Cerimonia

(O)MAGGI A P(A)RI D(I)CE . RASCIA . P(O)STI AN(N)IN ESSE RAGIN(A) ELAT(A) SIA P(IA) . (A)MP(IO) A/GIO LEI/ DIA

MEC(O) A P(A)R(I)TA’ CO . ROMA . P(A)SS(A) DIA AN(N)ON(A) I SIA RECO ANELLO DI ESSE PIA . MAPPA /ACCOLLA/TA

ME CIE A PARITA’ ECCE . ROMA . IPSI DI ONIUNO ISSI REGINA ELETTA SIA PIA . MIA PA/CE ALLEA/TA

Io chiamata pubblicamente a parità con . Roma . parimenti a ognuno di essi reco anello, regina sono prescelta pia, invio accettabile tributo, onerata di impegni e responsabilità . partecipe di ampia alleanza a garanzia di pace;

Venere

E/LUCEI/ (O)PIMA P(E) SOL(L)E(I) N(O)I KAR(A) ESSA UNA UNÌU TE SPEME REGERE PECCA MIA

E/LUCI/ OPIMA, PESI LE(V)A NOI CARA, ESSA IN I NATA SPUMA, IRE GIRA, PAUCUM

Tu riluci splendida nel sostenere noi affettuosamente, tu sei a noi cara, sei giunta per dare speranza, per lasciare cadere alle spalle ogni piccola mancanza, sei tu una che appartiene alla spuma del mare, da te la natura si rigenera, tu sei impalpabile e fuggevole;

La primavera

MAGG(I)O P(A)R(A)D KA RAMO P(E)SI TU IN INIZI REKI NA L(E)D(I)SI(A) POM(I) PI/CCIOL/ D(AI)

MAGGIO PARATO CO RAMO PESI TU IN INIZI(O) RECHI UNA LETIZIA POMI BO/CCIOLO/ DAI

Maggio si è preparato poiché i rami sono appesantiti dalle gemme, ad ogni suo ritorno reca una letizia e frutti dai boccioli. (Le riflessioni e le soluzioni, presentate in questo articolo per l’epigrafe impressa accanto al Guerriero di Capestrano, sono svolte dall’autrice in modo libero. Esse sono basate sulle ipotesi e rappresentano un esperimento, in stretto legame con l’idea descritta nei precedenti articoli, iniziando da Gemelle Illustri). (Pina Basile)

Bibliografia di riferimento:

Maria Ruggeri (a cura di) – Guerrieri e Re dell’Abruzzo antico;

Delia Guasco – Popoli italici – L’Italia prima di Roma – Giunti – 2010.