Leggendo l’età etrusca
Velata di mito

Da una epigrafe

L’epigrafe, studiata in questo articolo, è incisa su un cratere di bronzo che era parte del corredo personale di un abitante del luogo.
Proviene da Bolsena, risale al 350 – 300 a.C., essa recita:
l a r i s a l h a v r e n i e s s u t h i n a.
Isolata da questa frase, si trova la lettera A.

Ipotesi
Mutano forma

Come tutte le opere scritte etrusche, anche le più brevi, le parole sul cratere riportano una versatile cronaca del tempo in cui esse furono realizzate.

Ponendo la premessa che quelle parole siano in codice e rechino un messaggio affatto primitivo, esse mutano forma per effetto di decodificazione e raccontano di un sapere esatto, criptato al loro interno e velato di mito, come era nelle intenzioni di coloro che le realizzarono.

Così la scrittura sul cratere riferisce riguardo alla comunità etrusca e la descrive dedita rigorosamente alle proprie numerose discipline e al culto della natura, considerata sacra e benevola. Una comunità quella, attenta alle regole, con la ragionevole, naturale aspettativa di raggiungere equilibrio e benessere.

Il simbolo e il fenomeno

Nel mondo arcaico etrusco il simbolo coincideva con il fenomeno.

Il cratere era parte di una serie di oggetti a indicare capacità nell’arte e nei mestieri e sapienza nei numeri e nelle regole ad essi connesse.

In tale prospettiva di scambio tra simbolo e fenomeno, la parola series ed il verbo sero, per assonanza e significati, riconducono a z e r o e al concetto di esattezza che esso rappresenta.

In Latino series, seriei serie, ordine, successione, concatenazione, catena, stirpe; sero, serere intrecciare, intessere, annodare, unire, connettere, comporre; sero, serare chiudere, aprire

Sperimentale

La lettera alfabetica etrusca A che si trova isolata, al di sotto dell’epigrafe, per la sua vaga somiglianza con H, può essere interpretata in modo sperimentale sia come A che come H.

La lettera simile ad F, ruotata verso sinistra e capovolta, si trova tra r ed n, nella parola etrusca “havrenies” e può tradursi in z, gi, v z.

Sigma M = sci, ci, si, z; O = d, t t, vocali; H = b, p; F = v, f; V = v, u, vocali.

La ricerca dei vocaboli latini e italiani si basa sulle consonanti.

Con tali soluzioni il discorso si arricchisce di notizie circa le tradizioni e le qualità intellettuali della gente etrusca.

Versioni
Privilegi

A l a r i s a l /i/ f a v /o/ r /e/ g i n o e s /s i/ scii d i /a/ n o
I Lari e Sali essi si impegnano per offrire istruzione

a lauri sali poi fare agi noi uso c i v i attiene
titolo raggiungi puoi avere opportunità, è nostra tradizione e privilegio spettante al cittadino

a noi docei esse uno viziare ove ubi l a s s e r a i alba
da parte nostra si insegna che, se sei uno abituato ad avere vizi, all’alba lascerai il luogo dove ti trovi

bella rissa e l a b i a fare agi noi uso c i v i dono
contese e risse allontaniamo, creare benessere è nostra tradizione, dono per il cittadino
(Lat.: Salii collegio di dodici sacerdoti; Lari divinità tutelari della casa, della città; civis cittadino; scio, scire sapere, capire, conoscere; doceo, docere insegnare, istruire, far conoscere, mostrare, informare; ubi dove; elabor, elabi sfuggire, sottrarsi) (It.: ove dove; ubicato situato, sito);

Il sorriso della dea

bella riso a l a b i a vergine sei c i u e t t i n a
polla risale pia vergine essa sua Diana
bolla risale bevi argine e s i t i o aduna

Bella, sorriso sulle labbra, vergine, tu sei la dea che richiama alle virtù
polla, vena d’acqua sorgiva risale pura, vergine, essa appartiene a Diana
bolla d’acqua risale, bevi sull’argine, assetati richiama.

(Lat.: l a b i a labbro; s i t i o, s i t i r e avere sete, essere assetato) (It.: polla vena d’acqua sorgiva; civetta simbolo di divinità femminili / detto di tutto ciò che serve da richiamo / avviso; Diana dea italica dei boschi, dei fiumi, dei laghi, della Luna e della caccia. Suo centro principale di culto era presso il lago di Nemi, dove sorgeva il bosco a lei sacro. Era venerata a Roma sull’Aventino).

Numeri

H = f = e f f i o; M = si
N D V M S N Z R F H L S R L H
uno divisi sei nei zero fa effie la serie illa fi
uno diviso sei correlato a zero fa dimostrato serie e noto principio
1 : 0,6 = 1,6…
(1 : 0,618034 = 1,618033959).
(Lat.: neo, nere filare, tessere, intrecciare; effioefficio eseguire, risultare, dimostrare, trarre di conseguenza; ille, illa, illud quello, quella, ciò; il noto principio).

(In questo articolo, considerazioni e traduzioni sono ipotesi dell’autrice e sono strettamente legate ai precedenti articoli, iniziando da Gemelle Illustri) (Pina Basile).

Testo di riferimento per l’epigrafe:
Larissa Bonfante – Etruscan – Reading the Past, pag. 42; TLE 210, CIE 10830-31.

Una similitudine per ipotesi

I numeri nascosti

Statuetta di bronzo, IV secolo a.C., Aruspice Etrusco
Fedele alla sua indole pacata e discreta, l’aruspice celava nell’epigrafe al suo fianco un autentico esempio di formula, a indicare la sua professione e la capacità nella scienza dei numeri.

Nel compiere la propria missione l’aruspice portava conforto alla comunità e si affidava al potere del rito, ripetendo espressioni brevi, incisive, infinite.

A lungo, nel tempo, egli fu reputato attendibile e degno di stima grazie al fondamento di esattezza delle frasi da lui recitate.

Le parole sulla statua
Le considerazioni intorno alle parole sulla piccola statua possono rientrare nella più ampia ricerca, iniziata con l’articolo Gemelle Illustri e si legano strettamente all’articolo Lungo il corso del Tevere. Lo studio si basa sulla premessa secondo la quale i documenti etruschi potrebbero essere ritenuti un esempio di conoscenza esatta e non una manifestazione di mentalità primitiva, ingenua, mediocre.

Questa idea si rafforza osservando l’epigrafe che si trova sulla statuetta e che ricorda la forma di una similitudine. Tale singolare struttura incoraggia a sperimentare la sostituzione delle lettere alfabetiche con i numeri, ottenendo una soluzione interessante.

Le lettere sono otto da un lato e, separate da due piccoli tratti orizzontali, seguono sei lettere più due, dall’altro lato.

Rappresentazione libera e sperimentale dell’epigrafe: MVCIEFDV = FTLRVP . NI”.

Da lettere alfabetiche a numeri
1 2 3 4 5 6 7 (8) = 1 2 3 4 5 (6) . 1 (2)

8 = 6 + 2

1 2 3 4 5 6 7 (8) = 1 2 3 4 5 6 . 7 (8)

8 = 8

8 —– 8,1

1 : 8,1 = 0,1 2 3 4 5 6 7 9

Il favorito
L’epigrafe ricorda una similitudine e lascia ipotizzare un suo riferimento a notizie di precisione e al numero 8. Infatti ancora più convincente per questa teoria è la presenza intrigante del simbolo 8 in alcune epigrafi. Esso è riferito al suono f che, sulla statuetta di aruspice, è indicato con la lettera F. La comparsa del carattere 8 nella scrittura etrusca favorisce l’idea secondo la quale esso potrebbe essere stato un numero, il favorito fra le altre eventuali cifre, per la sua intima natura, esclusiva, completa, universale, tanto da meritare il doppio valore alfabetico e numerico. Le sue qualità si dimostravano valide per descrivere i fenomeni.

(Primi numeri della serie aurea: 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, …)

8 + 1 = 9

9 —– 8,9

1 : 8,9 = 0,1 1 2 3 5 9 5 5

9 x 9 = 81

0,81 x 2 = 1,62

Ricerca
Il riferimento ipotetico ai numeri e quindi a 6 e 2, suggerisce di sperimentare la ricerca dei possibili riferimenti dell’epigrafe al numero phi.

1 2 3 4 5 6 7 (8) = 1 2 3 4 5 (6) . 1 (2)

8 e 6,2

1 : 6,2 = 0,161290322

(Phi = 1,618034 e il reciproco di phi = 0,618034)

0,618034 —– 6,2.

Altezza della statua
A questi numeri si può aggiungere la misura in altezza della statua che è di 177 millimetri.

Radice quadrata di 177 = 13,3041347

177 x 8 = 1416

17,7 x 8 = 141,6

1 2 3 4 5 6 7 8 e 1 2 3 4 5 6 . 12

1 2 3 4 5 6 7 8 e 6 x 12

1 2 3 4 5 6 7 8 e 72

1 : 0,1 2 3 4 5 6 7 8 = 8,1

1 : 72 = 0,013888888

72 : 8 = 9

1 2 3 4 5 6 7 8 : 9 = 1371742

1371742 —– 137,1742

72 x 2 = 144

133, 137, 138, 141, 142, 144

(Angolo aureo, 360 diviso phi al quadrato, 360 : 2,618034 = 137,5077635).

Spazio celeste
Nel pensiero etrusco, 16 = 8 x 2 era il numero per suddividere lo spazio celeste e per definire ogni altro schema, applicato alle molteplici esperienze della vita quotidiana e rituale.

8 x 2 = 16

8 x 8 = 64

6400 millesimi

6400 : 4 = 1600

6400 : 17,7 = 361,6

360 x 17,7 = 6372

1,77 x 1,77 = 3,1329

3,1329 —– 3,14

(Per il calcolo di angoli zenitali, 2 x 3,1415 = 6,283; angolo giro, millesimi esatti 6283; millesimi convenzionali 6400).

Effe e pi
Secondo la trascrizione libera e sperimentale, realizzata in questo articolo, nell’epigrafe si troverebbero le lettere alfabetiche P ed F. Si può continuare l’esperimento, ipotizzando che P, “pio, sacro”, indichi 0,62.

Una soluzione questa che si accorda bene con la logica dello studio svolto in questo articolo e nel quale F può essere 1,62 = F = effe = fi = effio = dimostrato. “Lat.: /effio/ efficio, is, effeci, effectum, efficere produrre, causare, effettuare, eseguire, compiere, fare, fruttare, rendere, conseguire, formare, ottenere il risultato, fare in modo che, riuscire a, radunare, raccogliere, allestire, dimostrare, stabilire, provare, concludere, viene di conseguenza, si conclude, risulta”;

2 x 0,81 = 1,62

1 : 1,62 = 0,61728395

0,62 —– 6,2

6,2 : 2 = 3,1

3,1 —– 3,14

1,77 x 1,77 = 3,1329 —– 3,14

Una scala semplice
Il numero 2 conduce per gradi e intercetta 8 e 16, cifre imprescindibile per gli Etruschi.

1 x 2 = 2

2 x 2 = 4

2 x 4 = 8

2 x 8 = 16

2 x 16 = 32

2 x 32 = 64

64 —– 6,2 —– 0,618

2 x 0,81 = 1,62

Se 5 x 1,618034 = 8,09017

anche 5 x (2 x 0,8) = 5 x 1,6 = 8,0

e 8 x (2 x 0,8) = 8 x 1,6 = 12,8 —– 13

8 x 1,62 = 12,96 —– 13.

(Nella serie dei numeri aurei ogni numero è uguale alla somma dei due precedenti ed è anche il risultato del prodotto tra il numero precedente e 1,618034).

Interpretazione
Nei testi antichi si racconta che l’aruspice etrusco fosse di grande competenza in ogni campo del sapere. Una tradizione che trova conferma anagrammando le parole sulla statua.

Primo esempio di interpretazione:

f a e c i e sei due = fa talare apie . uno

ridotto al valore più basso 62 (0,62) = ottieni numero ingegnoso legandolo a uno, 1 + 0,62 =1,62

Lat.: faex, faecis residuo, la classe più bassa; apio /apo/, is, apere attaccare, legare; Talaris calzari alati di Mercurio”; talea nella musica, ripetizione di uno schema ritmico fisso”; “It.: talento ingegno, capacità, genio, intelligenza”.

Un sapiente arcaico
L’aruspice non solo era capace nei numeri, egli era anche esperto nello studio delle stelle, affiancava le autorità, rappresentava il loro messaggero e agiva in loro vece.

Secondo esempio di interpretazione:

foedere filia u n u t u pio cie ius

giunto nelle città alleate fa le veci delle autorità

Lat.: foedus, foederis alleanza, lega, trattato di alleanza, accordo, vincolo, patto; filia, ae figlia, progenie, città, abitanti; cio, is, civi, citum, cire evocare, emettere, produrre; ius, iuris legge, diritto, privilegio, autorità; “Dialetto: u n u t u = venuto, giunto”; “It.: veci funzione, mansione, ufficio”; “Ipotesi: M = ius = s”.

Nuovo metodo
I molti ipotetici argomenti, contenuti nell’epigrafe, possono essere recuperati con un nuovo metodo che è quello di anagrammare le parole anche se esse ripetono una similitudine e quindi sono disposte in forma di due gruppi separati.

Questo esperimento prevede di aggiungere le vocali nel caso che quelle a disposizione dall’epigrafe non siano sufficienti. Considera anche di rendere doppia una consonante, se necessario, per riuscire a convertire le parole arcaiche in modo che si sovrappongano a termini latini, italiani e richiamino espressioni di un dialetto del Lazio. Sono considerate 10 consonanti: “M, C, F, D, F, T, L, R, P, N”.

Si formano frasi complete, brevi, incisive, comprensibili, riferite ai numeri e all’osservazione del cielo. “Ipotesi: c = c = g; M = s = z = ius = m; d = t t = d; n = n = g n; f = f = v”; “Ipotesi: F = 1,62; P = 0,62”.

Versioni
Vega Polare vedete segno | v c, p l r, v d t, s n

la stella Vega indica il Polo

c o n a tue parallasse due effie

l’angolo definito dalla parallasse risulta da due punti di osservazione

Lat.: voco, vocare invocare, condurre, suscitare; conus cono, meridiana; tueor, tueri avere cura di, difendere, guardare, scorgere, mirare, contemplare, considerare, custodire, conservare, mantenere, sostenere, proteggere”; “It.: vogare remare”.

Gea parato Sole nodo effie

sul nodo la Terra blocca la luce del Sole

Gea parata Luna suo effetto

la Terra produce l’effetto di creare ombra sulla Luna

periodo cie Luna situ effie

descritto periodo calcolare posizioni della Luna

la ratio fi fie due cie piete uno | l, r z, f, f, d, c, p t, n

la ratio fi (1,62) per 2 e ricorda la misura di un piede

1,62 x 2 + 0,328 = 3,568 x 100 = 356,8

(Distanza minima lunare 356,375 km).

fie ratio fi lacia due piete uno

elabora la ratio con fi (1 : 1,62) moltiplica per 2 e per la misura di un piede

0,62 x 2 x 3,28 = 4,0672 x 100 = 406,72

(Distanza massima lunare 406,720 km).

Lat.: situs, us posizione, situazione, riposo; cio, cis, civi, citum, cire mettere in moto, evocare, produrre, emettere, muovere; lacio, lacere attirare, irretire; Gea nel mito, la madre Terra, per i Romani Tellus; piede unità di misura lineare del valore di circa 30 cm“. “Ipotesi: numero fisso uguale a 8; piede = 32,8. La scelta di questo valore porta a risultati soddisfacenti, nel contesto di questo esperimento”.

Il Sole
fede pianeta giro Sole fa | f d, p n t, c r, s l, f

giro Sole opinio effetto tue | c r, s l, p n, f f d, t

che il Sole compia il giro è una opinione effetto del senso della vista

Lat.: planetes, um pianeti; Sol, Solis il Sole; opinio, opinionis opinione, congettura, stima, voce; tuor, tuoris il senso della vista”.

Sole fi fi tre apie otto cie uno

riguardo al Sole 2 fi aggiunto 3 x 8 considerato uno

2 x 1,62 = 3,24

3,24 + /(3 x 8 – 1) : 100/ = 3,24 + 0,23 = 3,47 x 100 = 347

(Due congiunzioni successive del Sole con il nodo ascendente dell’orbita lunare 346,1453 giorni).

La Luna
Luna ficte dirime fie P

per resa fittizia distanza lunare elabora P (0,62)

0,62 x 0,62 = 0,3844 x 1000 = 384,4

(Distanza media lunare 384,400 km)

re fie nodi licie P ito fisso

stimato avvenimento ai nodi moltiplica P meno il numero fisso (0,8)

0,62 x 0,62 = 0,3844 x 1000 = 384,4 – 0,8 = 383,6

(13 Lunazioni, 13 Lune piene in 383,87 giorni).

Lat.: Luna, Lunae Luna; dirimo, is, diremi, diremptum, dirimere dirimere, separare, dividere; ficte in modo fittizio, in apparenza”; licio, licere valutare; ligo, ligare legare, annodare, unire, congiungere, stringere, rafforzare; fio, fiere essere fatto, essere nominato, essere stimato, essere considerato, divenire, essere, avvenire; res, rei concetto, contenuto, ragione, avvenimento, caso, circostanza, rapporto; eo, is, ivi, itum, ire andare, venire, passare, trasformarsi, procedere, divenire”; “Ipotesi: M = m = s = doppia s”.

Noa fa tappa faccia Sole reto | n, f, t p, f c, s l, r t

la Luna Nuova copre la faccia del Sole che si trova dietro.

Simbolo e fenomeno
Le riflessioni e le traduzioni sperimentali, realizzate in questo articolo, immaginano una cultura etrusca di alto livello, un pensiero arcaico di esattezza, ben definito già agli albori di quella civiltà. Molte discipline, incluse in una scrittura destinata ad aprirsi secondo chiavi di interpretazione, disposte nel giusto contesto matematico, del calcolo del tempo e di ciò che riguardava la sfera della vita quotidiana e pratica.

Nel pensiero etrusco il simbolo coincideva con il fenomeno, così era per il grafema 8, completo, prodigo, generoso, immagine di molti accordi, in equilibrio, ciclico, assoluto.

(La ricerca svolta in questo articolo si basa sulle ipotesi esposte nei precedenti articoli a iniziare da Gemelle Illustri. Per questo motivo le traduzioni, le riflessioni e le conclusioni sono da considerare puramente ipotetiche anche se esse si basano su una bibliografia importante. I numeri risultano dalle traduzioni sperimentali e fanno parte di semplici, elementari operazioni di calcolo, realizzate in modo libero dall’autrice e limitate al contenuto di questa ricerca). (Pina Basile).

(Riferimenti: Mauro Cristofani /a cura di/ – Etruschi – Una nuova immagine – Giunti – 2006;

Romolo A. Staccioli – Gli Etruschi – Un popolo tra mito e realtà – Newton Compton editori – 2006).

Stelle in Gemini
Dal vaso dei Dioscuri

Mito, numeri e brillantezza

Presentazione

Le versioni svolte in questo articolo riguardano l’epigrafe impressa sul fondo di un vaso etrusco del 500 a.C., il “vaso dei Dioscuri”, “kylix da Tarquinia”.

Nell’epigrafe il nome Tinas cliniiaras identifica i Dioscuri, i Gemelli Castore e Polluce. Essi sono i due giovani rappresentati in coppia e in sembianze di atleti che portano una lancia. Nelle immagini sono posti ai lati di un’anfora o di un elemento in forma di frontone. Nel mito discendono da Giove, denominato Iuppiter in latino e Tinia in etrusco. Sommo dio celeste degli Etruschi, Tinia come Giove annuncia la propria volontà scagliando folgori.

Argomentazioni

Nel testo sul vaso la parola t, e, l, i, n, a contiene i caratteri per formare sia il termine latino t e l u m “lancia, fulmine” sia la voce arcaica italiana t, e, l, o, n, i, o “passaggio, dogana, fine”. Questi nomi indicano i mitici fratelli, essendo essi ai lati di un ideale passaggio, impegnati in un cerimoniale che sembra essere di ordine primario, nella sfera degli dei. I due protagonisti, eredi del dio del fulmine, aiutano ad ampliare la descrizione favolosa di tale fenomeno di valore cosmico. Essi infatti si esibiscono l’uno accanto all’altro, allineati, tesi verso il fine comune, quello di rivelare maestosità e luminosità. Atleti, numi benefici, soccorso per i marinai, chiaramente visibili e riconoscibili nel cielo in forma di costellazione, i Gemelli rappresentano l’evoluzione verso un equilibrio agile e dinamico. Il modello che offrono si perfeziona rispetto al precedente, statico, silente, personificazione di energia diffusa, che si rivela all’improvviso, con il potente, temibile bagliore, simbolo della massima divinità nel mito.

Ipotesi

Castore e Polluce danno il nome alle stelle più luminose nella costellazione dei Gemelli, in latino Gemini, Geminorum.

Seguendo la teoria e le ipotesi, esposte nei precedenti articoli, è possibile di seguito studiare in modo nuovo e sperimentale le parole sul vaso, ricercandone il significato mitico ed il riferimento a numeri e astronomia. In base a tale premessa, nell’epigrafe, le lettere alfabetiche affiancate dal punto possono tradursi in numeri e nelle loro ricombinazioni accennano alla luminosità delle stelle doppie nella costellazione il cui nome evoca il mito.

La scrittura sul vaso può essere assimilata a voci latine, italiane e dialettali italiane, continuando con lo stesso metodo applicato alle epigrafi etrusche, in base a tre ipotesi fondamentali:

  1. La tradizione e la scrittura etrusche potrebbero rivelare una matrice di ordine matematico-razionale

  2. I testi etruschi potrebbero contenere notizie di valore mitico, matematico, astronomico, dotto. Tutti argomenti racchiusi contemporaneamente anche in uno stesso unico testo.

  3. Le epigrafi etrusche potrebbero custodire vocaboli riconoscibili nella Lingua Italiana e potrebbero essere messe in relazione con una delle forme dialettali parlate nelle regioni centro-meridionali del Lazio.

Il mito

Rappresentazione libera dell’epigrafe:

I T V N T V D V C E F E N E L. A. T E L I N A S. T I N A S C L I N I I A D A S

Versioni

Gli eredi

(V = u; D = r = d; C = g = c; F = v = f).

Adattamento per le parole dell’epigrafe:

IT(I) VN(I)TV DVC(I) E FINE L A TELINA S(UA) TINA S(I)C LINIA A(E)DAS

Procedono uniti, definiscono il limite dello spazio di appartenenza a Tinia e tracciano il confine del tempio”;

I(U)TANTI REG(I) EVENE LA TELI (U)NA S(IA) TONO S(I)C LINEA (H)ERES

Sostengono e governano l’evento del fulmine in accordo con Tono, così è per linea ereditaria”.

Lettere alfabetiche con il punto

Nella versione, svolta di seguito, i numeri sostituiscono le lettere alfabetiche etrusche affiancate da un punto, alla ricerca di una loro relazione con la brillantezza delle stelle. Lo studio si concentra su Castore, stella doppia nella costellazione dei Gemelli. Si scopre che Alfa Geminorum, Castore non è la più luminosa della costellazione, infatti tale primato appartiene a Polluce, indicata con la lettera beta e di brillantezza superiore. Alfa Geminorum è una doppia, formata da Castore A e Castore B, doppie a loro volta. Questo seguito di stelle gemelle suggerisce di elaborare i numeri scelti, in modo che essi raddoppino il proprio valore, in sequenza, ad ogni passaggio. Si può ipotizzare, nel caso particolare di questa epigrafe, che le lettere A, L e S siano riferite agli angoli, in quanto esse nella grafia ne ricordano la forma. In particolare S imita la forma sinuosa degli angoli disposti lungo una figura a spirale, (144 x 5 = 720 = 360 x 2).

A = (1; 0,9); L = (90; 90 . 2 = 180; 180 : 100 = 1,8); S = (720; 180 . 2 . 2 = 720; 720 : 1000 = 0,72).

Versioni

Brillantezza

AT(T)ENTU RE C(O)E(I) F(I)E NE(I) L. A. TULI (U)NA S. TI(E)NE SC(A)L(A) INII I(U)R I S

Attente re (res) co/n/ eo fie nei L (1,8) A (0,9) tuli una S (0,72) tono scala innui iuris;

Concerne il concetto di fondere insieme e di calcolare intrecciati L (1,8) A (0,9) prodotto allo stesso tempo S (0,72) rilievo scala segnale regola.

Prova con i numeri

Seguendo le indicazioni suggerite dalla versione svolta sopra, sul vaso dei Dioscuri si trovano i numeri (1,8), (0,9), (0,72). Essi possono essere moltiplicati fra loro e ne segue un elenco ordinato di valori che appaiono in armonia con la brillantezza delle stelle in Gemini.

1,8 x 0,9 = 1,62 Castore brillantezza 1,6

1,62 x 0,72 = 1,1664 Polluce 1,16

1,1664 x 1,8 = 2,09952 Castore A 2,0

2,09952 x 0,9 = 1,889568 Gamma Gem 1,93

2,09952 x 1,889568 = 3,967185807 Delta Gem 3,51

3,967185807 x 0,72 = 2,856373781 Epsilon Gem 2,98

2,856373781 x 1,8 = 5,141472806 Zeta Gem 5,2

5,1415 x 0,9 = 4,62735 Zeta Gem 4,4

Studio delle parole

(Latino: eo, is, ivi, itum, ire andare, giungere, pervenire; regio, regionis direzione, linea, posizione, punto cardinale, sfera, regione, zona del cielo, limite, confine; rego, is, rexi, rectum, regere condurre, dirigere, tenere diritto, controllare, governare, correggere, mantenere; regius, a, um regio, regale, da re, di re, appartenente al re; lineo /linio/, as, avi, atum, are tirare a filo, tracciare, disegnare; linea /linia/, ae filo a piombo, linea, tratto, linea geometrica, meta, termine, fine; aedituus custode di un tempio, maestro del culto; aedes e aedis, is tempio, santuario; iuvo, as, iuvi, iutum, iuvare giovare, aiutare, soccorrere, favorire, sostenere; evenio, is, eveni, eventum, evenire avvenire, compiersi, verificarsi; telonium, ii banco dei gabellieri; tono, as, tonui, tonare tuonare, risuonare; tonans, tonantis epiteto di Giove; Iuppiter, Iovis Giove; /eres/ heres, heredis erede; attineo, es, attinei, attentum, attinere mantenere, custodire, estendersi, riguardare, concernere; actus, us atto, regola; attondeo, es, attondi, attonsum, attondere diminuire; coeo, coire formare un tutto, riunirsi, fondersi insieme; fio, is, factus sum, fieri divenire, essere considerato, essere stimato, essere nominato, essere; fero, fers, tuli, latum, ferre recare, portare, produrre, riportare, conseguire; una insieme, accanto, a un tempo, contemporaneamente; facio, facere fare, valutare; efficio, is, effeci, effectum, efficere produrre, causare, formare una somma, risultare, dimostrare, ottenere il risultato di, fare in modo che; annuo, is, annui, annuere accennare a, designare, indicare; eno, are percorrere, traversare; neo, nes, nevi, netum, nere filare, tessere, intrecciare, intessere; innuo, innuere indicare, fare cenno; ineo, is, inii, initum, inire entrare, calcolare, prendere in considerazione; res, rei avvenimento, concetto, utilità, rapporto, relazione, ragione; ratio, rationis calcolo, conto, genere, ordine, ragione, proprietà, teoria, scienza; iure giustamente; ius, iuris legge, diritto, privilegio, autorità); (Italiano: fine confine, limite, punto estremo); (Giove, massima divinità latina, dio del cielo e della luce, divinità dei fenomeni atmosferici. Era venerato nel centro di culto sul Campidoglio, faceva parte della triade sacra, prima con Marte e Quirino poi con Giunone e Minerva).

(Le riflessioni e le versioni presentate in questo articolo sono svolte dall’autrice in modo libero. Esse sono basate sulle ipotesi descritte anche nei precedenti articoli a iniziare da Gemelle Illustri. I numeri risultano dalle traduzioni sperimentali e fanno parte di semplici elementari operazioni di calcolo, realizzate in questa occasione e limitate al contenuto di questa ricerca. L’argomento di questo articolo è puramente sperimentale tuttavia esso fa riferimento ad una bibliografia importante). (Pina Basile)

L’epigrafe: (TLE 156; ET Ta 3.2; /pag. 143 – Bonfante/) (Pag. 43 – Facchetti).

Bibliografia di riferimento:

Mauro Cristofani (a cura di) – Dizionario della Civiltà Etrusca – 1999;

Giuliano Bonfante and Larissa Bonfante – The Etruscan Language, an introduction – 2002;

Giulio M. Facchetti – l’enigma svelato della Lingua Etrusca – 2000;

Piero Bianucci – Stella per Stella – Giunti – 1997.