Dialetto arcaico
Promessa di fedeltà e lealtà

Lettura sperimentale per il testo sulla stele

Nel Mare Egeo, sull’isola di Lemno, fu rinvenuta nell’anno 1885 una stele del VI secolo a.C. che porta incise le parole di un dialetto, parlato sull’isola in epoche arcaiche.

La scrittura sulla Stele di Lemno mostra somiglianze con quella etrusca e, per questo motivo, di seguito viene interpretata con lo stesso metodo sperimentale ideato nei precedenti articoli per tradurre la Lingua Etrusca.

Sulla stele è raffigurato un uomo che con la sua espressione pacata ricorda gli Etruschi, così come questi appaiono nelle immagini, sempre sorridenti, dediti a svolgere con cura il proprio compito e i gesti quotidiani, tramutati in rito capillare e serrato. Questo rigido comportamento, distintivo della tradizione etrusca, rendeva partecipi di una diffusa e ideale armonia. Anche il personaggio effigiato sulla stele condivideva tale ordine poiché egli appare impegnato a mantenere un auspicabile equilibrio nell’ambito della comunità. Equipaggiato di lancia e di scudo, affiancato e sostenuto dalle parole scritte e affisse pubblicamente, egli svolgeva la missione di ristabilire la tranquillità, eventualmente disturbata. Nella stessa occasione consegnava un messaggio di speranza.

Sul bordo laterale della lastra di pietra che compone la Stele di Lemno il testo risulta distribuito su tre versi, con un andamento continuo e ben definito. Sulla parte frontale di questa stessa lastra alcune parole circondano la figura e sembra riproducano schematicamente il progetto intorno al quale è costruito l’argomento.

Parte frontale della stele

Viso Nuca

Nome delle autorità Principi fondanti

Centro (testa)

Presentazione

Parte laterale della stele

Cerimoniale

Seguendo la teoria

Ipotesi per i segni alfabetici

In questo articolo le parole sulla Stele di Lemno vengono confrontate con vocaboli latini, italiani e con termini ed espressioni di un dialetto del Lazio. Le combinazioni di consonanti o le intere parole risolvono in modo sperimentale alcuni simboli. Tali soluzioni sono suggerite dalla forma dei simboli stessi che ricordano forme geometriche e concetti di esattezza. Il rettangolo tagliato obliquamente da una linea è d, de “riguardo a”; edo “pubblicare”, “divulgare”; do “dare”, “assegnare”. Lo stesso rettangolo può essere risolto anche con f r; foro e fero “annunciare”; fieri “essere considerato”; refero, referre “portare indietro”, “replicare”. Il rettangolo tagliato a metà da una retta può essere b /bis/ e obeo, obire “convenire” ma anche d = de = edice da edico, edicere “ordinare”, “fissare”. Il simbolo phi = fisso = f f = effio “dimostrare”. Il cerchio con il punto nel centro è f = fi = di. La lettera th = d = t t = atto = edotto “informato esattamente”. La consonante s può essere scambiata con z, per una somiglianza con questa e per rendere più agevole lo studio delle parole arcaiche impresse sulla stele, s = z = doppia s = s. Il simbolo simile a Z e F sovrapposti si risolve con v z ma anche con v t e v i t i a. Il simbolo simile al tridente è tre, tria. La piccola freccia piegata all’estremo posteriore è uguale a s, c, h, i, s da “schiso”, “storto”, “obliquo”. La parola z, i, a, z, i rammenta i termini “saggio” ed anche s, o, z, i, o parola arcaica italiana per “socio” che indica chi è parte di una società, dal latino societas, societatis “associazione commerciale, lega, confederazione, alleanza”. La consonante t = t t = d = t. La lettera simile ad una L maiuscola in questa occasione L = gi = l, così la parola sulla stele e, L, t, e, z, i, o = agio tesi ea = con il favore delle giuste tesi | e gidizio = e saggezza | alia tesi ea = anche altre soluzioni e dibattiti.

(l = p; sigma = si = ci).

Saggiare gli argomenti

Le traduzioni, realizzate in questo articolo per la scrittura sulla stele, mostrano come nel testo si trovi racchiuso un significato fondamentale e come questo resti invariato anche cambiando e alternando la direzione nella lettura dei versi. Dai segni alfabetici sulla parte laterale della stele si ottengono le seguenti prime frasi sperimentali che servono di orientamento per la versione finale:

Dopo a v i s i : fia ago a saepie … sia ratio abbia : evici abbia a : tovere noi / e : ecco dia : scusi tu … i òra : oi zitti agi : i a visa : oi Pia refere : more / iamo e : i savio : ma scuseremo : si vetrà Pia ius : e vitiavi : io visai”; “Infine annuncio : sia difesa … con metodo : dimostrare : dovere nostro / e : ecco dai : tue scuse … e parla : o zitto sei : annuncio : il saggio annota : secondo le usanze / e : se tu assennato : sicuro scuseremo : se vedrà il saggio : eludi : io consigliai”.

Studio delle parole:

(Latino: fero, fers, tuli, latum, ferre recare, portare, divulgare, riferire, annunciare, dire, proclamare, registrare; do, das, dedi, datum, dare dare, porgere, offrire, presentare, consegnare, assegnare, affidare, accordare, consentire; edo, is, edidi, editum, edere designare, elevare, fare conoscere ufficialmente, notificare, proporre, pubblicare, divulgare, emettere, produrre, fare, dare, diffondere; de conforme, secondo, riguardo a, per cagione di, intorno a, rispetto a; pius, a, um pio, onesto, virtuoso, legittimo, sacro, giusto; ago, is, egi, actum, agere condurre, spingere, andare, esercitare, produrre, discutere, parlare, vivere, essere; saepio, is, saepsi, saeptum, saepire cingere, proteggere, custodire, difendere; ratio, rationis calcolo, registro, misura, considerazione, rispetto, attenzione, metodo, ordine, riguardo, cura, ragione, intelletto, progetto, proposito, piano, dottrina, teoria, argomentazione; evinco, is, evici, evictum, evincere persuadere, superare, vincere, ottenere, dimostrare, provare; edico, is, edixi, edictum, edicere ordinare, stabilire, fissare, indire, notificare, proclamare; oro, orare parlare, difendere; refero, referre portare indietro, ripercuotere, indietreggiare, conseguire, annoverare, ascrivere, annotare, registrare, riferire, obiettare, dire, replicare; mos, moris consuetudine, costume, uso, usanza, regola, condizione; ius, iuris diritto, privilegio, potere; eo, is, ivi o ii, itum, ire andare, venire, pervenire; fio, fieri essere eletto, essere nominato, essere considerato, essere stimato, avvenire, accadere, essere, divenire; /effio/ efficio, is, effeci, effectum, efficere risultare, conseguire, stabilire, dimostrare, provare, concludere; reor, reri stimare, sperare, supporre; rego, is, rexi, rectum, regere guidare, dirigere, governare, controllare, correggere; inhaereo, inhaerere aderire, essere unito, essere fisso; /icio/ ico, is, ici, ictum, icere ottenere, fare o concludere un patto, un’alleanza, un accordo; i, a, c, t, o, are /iacio/ trattare, discutere, dibattere, andare ripetendo, lanciare, diffondere, rivolgere; c, i, o, is, civi, cire /ciere/ chiamare a sé, muovere, evocare, emettere, produrre; apex, apicis sommità; iuvo, as, iuvi, iutum, iuvare aiutare, giovare, soccorrere, favorire, sostenere; ops, opis autorità, forza, aiuto, assistenza, soccorso; apio, is, apere /apo/ attaccare, legare; aio, ais affermare, sostenere, dire; sum, esse essere, avvenire, accadere, essere proprio di, essere dovere di, essere scritto, è lecito; fides, ei fede, fiducia, prova, fedeltà, lealtà, autenticità, promessa, impegno, parola data, promessa di protezione, garanzia; fidus, a, um fido, fidato, fedele, costante, fermo, durevole, che dà sicurezza o fiducia; socius, ii alleato, confederato; emo, emere ottenere; edoceo, es, edocui, edoctum, edocere istruire bene, insegnare, informare esattamente, minutamente; obeo, is, obii /obivi/, obitum, obire prendere parte, andare verso, esaminare, sostenere, convenire, adempiere, citare, prendere parte; civis, is cittadino; obiectio, obiectionis obiezione; epexegesis epesegesi, ulteriore spiegazione; iussiva da iubeo, es, iussi, iussum, iubere decidere, approvare, dire; potior ottenere, raggiungere, conquistare; potio, ire mettere in possesso di; apodixis, is prova conclusiva; rimor, rimari solcare, ricercare, sondare, esaminare; alius, alia, aliud altro, altra, un’altra cosa; is, ea, id quello, quella, ciò);

(Italiano: pio pietoso, caritatevole; edotto informato, istruito; agio benessere, tranquillità, opportunità; fido /nel significato letterario/ di provata fedeltà e lealtà; vae non conveniente; asseriamo da asserire, assicurare, affermare; onorare trattare con onore, adempiere un obbligo, tenere fede ad un impegno; adeguare rendere proporzionato; adeguazione /arcaico adequazione/ ricerca di corrispondenze fra conoscenza e realtà; omo /in parole composte/ uguale, simile; uomo /popolare omo/) (Dialetto: zitti silenziosi, in silenzio; esse essere; iamo noi andiamo).

Versione

Parte frontale (viso)

Fissare vate : rego

piano Roma inere/n/za … Pia i c i . a p a . m/axima/ . iuva

È fissato che il vate : vigili

inerente al proposito dell’autorità … legittima alleata . esemplare . massima . benevola

Parte frontale (nuca)

De a pio a i e … esse … una affissa fede | na fide atto

In ragione di legittimo accordo … è scritto … promessa di fedeltà e lealtà, affissa pubblicamente

Parte frontale (centro, testa)

S, i, o, z, i : v a e eme … esse . o r a m o | asseriamo :

cii a patri voi . esse … iuva : esse

edotti a una ratio … a editto cive

su via

Come soci :

tuteliamo la quiete … è . nostro impegno spiegare :

annuncio da parte dei padri per voi . è scritto … aiuto : è dovuto

chiarimento sui vantaggi … proclama per il cittadino

ecco a voi

Parte laterale

Onoravate : obei cive : o b i e t i o ratio … epesegia effie : iussiva p o t e

Roma : edice òra pio : issi vai : agio tesi ea : òra ài … te scusa : a d e q u a : ‘

i s s i vai : ivi v i t i a : sua patri v i s a : mira scusamo : e v a s a : a uomo aio (aio, ais = dire)

Onorare l’autorità : conviene al cittadino : obiezione giusta … ulteriore spiegazione (epesegia) : e infine decisione

a Roma : il saggio annota : si va : con il vantaggio : di parlare … e avere comprensione : in modo adeguato : così

giunti : se si divaga : i padri appurano : le scuse sperate : si allontanano : è possibile dire. (Le riflessioni e le versioni presentate in questo articolo riguardano il testo sulla Stele di Lemno. Considerando le due scritture, quella sulla stele e quella etrusca, fra loro affini, le versioni sono svolte dall’autrice in modo libero e sperimentale, in base alle ipotesi esposte nei precedenti articoli, a iniziare da Gemelle Illustri. (Pina Basile)

Bibliografia di riferimento:

Giulio M. Facchetti – L’enigma svelato della Lingua Etrusca – 2000;

Giuliano Bonfante and Larissa Bonfante – Tue Etruscan Language – An introduction – 2002.

Il solenne giuramento
Parole per un re

Teoria intorno alla statua

La statua denominata Guerriero di Capestrano risale al VI secolo a.C., proviene dalle Antiche Culture Italiche e prende il nome da Capestrano, luogo del rinvenimento, in Abruzzo. Fanno parte del suo corredo elementi adatti per il combattimento ed un copricapo composto da una larga tesa ad anello. Al suo fianco, lungo una colonnina, si trova incisa l’epigrafe, un testo antico italico.

In questo articolo, le parole impresse accanto al Guerriero di Capestrano vengono interpretate in modo sperimentale. Mantenendo inalterate le consonanti, quelle parole possono essere confrontate, assimilate e sovrapposte a voci italiane, latine e dialettali italiane. L’epigrafe si traduce così nel testo di un giuramento ed il personaggio, ritratto nella statua, appare nell’atteggiamento di recitarlo solennemente, davanti al suo popolo. L’epigrafe tuttavia nasconde un doppio significato dal momento che la parola k, u, p, r contiene, in sequenza ordinata, anche i caratteri alfabetici che formano il termine latino C, y, p, r, i, s, nome riferito a Venere, dea dei primordi, nata dalle acque del mare.

In un lontano passato i racconti intorno alla dea della primavera e al suo leggendario strabismo potevano essere considerati fonte benevola e attendibile di sapienza, per aiutare a chiarire i fenomeni della natura e per affrontare le difficoltà della vita quotidiana. Così da quelle storie proveniva l’insegnamento a superare i disagi con coraggio e saggezza. Un pensiero di speranza che si poteva ritrovare custodito nella scrittura impressa accanto alla statua, un messaggio antico ancora comprensibile, nonostante inevitabili difetti di lettura.

Nell’ipotesi del doppio significato da attribuire all’epigrafe, quello di un solenne giuramento e quello di una lode rivolta alla dea della primavera, le parole sulla statua mostrano la vivacità del primitivo significato.

Riflessione sugli argomenti

Nel testo impresso sulla statua, le lettere k, u, p, r sembrano corrispondere con quelle del vocabolo latino Cypris, Cypridis, Cipride, appellativo di Venere divinità della primavera. Le stesse lettere coincidono anche con il termine capriata elemento di sostegno che, in questo caso, rammenta l’atteggiamento del guerriero, rappresentato mentre sostiene il copricapo, emblema dell’importante impegno nel guidare la comunità. Le notevoli dimensioni del copricapo suggeriscono che tale ornamento potrebbe essere stato completato da rifiniture di cuoio a protezione della superficie di appoggio. La parola corame “cuoio” appartiene ai termini possibili, da sovrapporre alle lettere dell’epigrafe k, o, r, a, m, facilitando così la descrizione dei particolari nell’abbigliamento del sovrano. I nomi Cipride, capriata, corame sono di orientamento nella ricerca delle parole italiane per comporre le seguenti sei versioni, svolte per l’epigrafe.

Nella prima versione le parole italiane affiorano dai caratteri alfabetici che fanno parte dell’epigrafe e descrivono l’aspetto del personaggio rappresentato nella statua. In questa occasione, sono aggiunte le lettere k ed l, per sostituire le poche mancanti nel testo originale.

Mo’ cappa (mantello) reca re, mappa (protezione) sotto, annessi rocche, anelli essi piombo /kola/to”. “Ora il re indossa il mantello, reca protezioni inferiori, annessi (di cuoio) avvolti a più giri e anelli di piombo colato”.

Nei precedenti articoli, a iniziare da Le tasse e il vaso di D u e n o s, le parole italiane hanno dimostrato di coincidere con quelle etrusche. Dal momento che le parole italiane si sovrappongono senza difficoltà anche a quelle impresse accanto al Guerriero, si trova il sostegno per formulare una nuova ipotesi:

Parole antiche italiche = parole italiane = parole etrusche”.

Studio delle parole

(Latino: corium cuoio; coram davanti, apertamente, al cospetto di, coram populo davanti al popolo; duco, is, duxi, ductum, ducere condurre, ricevere; dicio, dicionis /dico/ comando, dominio, potere, signoria, sovranità, impero; dico, as, avi, atum, are dedicare, dare, consacrare; dico, is, dixi, dictum, dicere pronunziare, dire o pronunziare in pubblico, perorare, parlare, eleggere, proclamare, nominare, chiamare, denominare, fissare, stabilire, assegnare; elatus, a, um alto, elevato, sublime, nobile; cieo, cies, citum, ciere evocare, chiamare in aiuto, chiamare per nome; ecce ecco; ipse stesso, parimenti, pure, anche, proprio, precisamente; eluceo, elucere rilucere, brillare; opimus, a, um fecondo, copioso, splendido; spes, spei speranza, attesa; regero, is, regessi, regestum, regerere portare indietro, riportare, gettare indietro, rimandare; eo, is, ivi /ii/, itum, ire andare, venire, giungere, trasformarsi, diffondersi; paucus, a, um poco) (Italiano: corame cuoio; corame accora me, accorare, affliggere; mappa panno di lana; rappresentazione schematica di un dato fenomeno; a piombo in perpendicolare; anzi prima di, davanti; /egli/regge dal verbo reggere, guidare, essere a capo; nave nel significato poetico e figurato il termine nave può indicare una comunità bisognosa di guida; annona rendita, tributo; accollata cerimonia di investitura; accollare caricare di impegni e responsabilità; speme speranza; pecca difetto; poco in piccola misura; mo’ ora, momento, attimo) (Dialetto: annanzi, anzi per primo, davanti; pe’ per, al fine di; sollei tu sollevi, tu sostieni da sollevare e sostenere; lea ella o egli leva, da levare, togliere; unìu ella o egli venne, da venire, giungere).

Lettura sperimentale per alcuni segni alfabetici: (m = m = sci; simbolo del doppio rettangolo = d = t = vocali; k = c = g; i = vocali; p = b = p; l = v = l).

Versioni

Copricapo

MA KUPR(E) D(I) KORAM(E) OP(PO)SITI A NE NESSI REK(I) INEL(L) D(E)SI P(I)OMP /KALA/D

MI COPRE DI CORAME APPOSITI ANNESSI RECA ANELLO TESA PIOMBO /CALA/TA

Mi coprono appositi annessi di cuoio, reggo tesa in forma di anello e calata a piombo;

Pensiero

MIA KAPR(IA)D KORA M(E) AP(I)CI TIENE ANZI REKI NAV D(U)CI PIOMP /KAVA/D(A)

MIA CAPRIATA, CORE MIO PACI TIENE, ANZI REGGA NAVE, DOCE PIOMBO /CAVA/TA

Il mio compito, alta gratificazione e pace per il mio cuore, è il mio primo pensiero ed è quello di guidare la comunità, dolce privilegio ricevuto all’improvviso;

Cerimonia

(O)MAGGI A P(A)RI D(I)CE . RASCIA . P(O)STI AN(N)IN ESSE RAGIN(A) ELAT(A) SIA P(IA) . (A)MP(IO) A/GIO LEI/ DIA

MEC(O) A P(A)R(I)TA’ CO . ROMA . P(A)SS(A) DIA AN(N)ON(A) I SIA RECO ANELLO DI ESSE PIA . MAPPA /ACCOLLA/TA

ME CIE A PARITA’ ECCE . ROMA . IPSI DI ONIUNO ISSI REGINA ELETTA SIA PIA . MIA PA/CE ALLEA/TA

Io chiamata pubblicamente a parità con . Roma . parimenti a ognuno di essi reco anello, regina sono prescelta pia, invio accettabile tributo, onerata di impegni e responsabilità . partecipe di ampia alleanza a garanzia di pace;

Venere

E/LUCEI/ (O)PIMA P(E) SOL(L)E(I) N(O)I KAR(A) ESSA UNA UNÌU TE SPEME REGERE PECCA MIA

E/LUCI/ OPIMA, PESI LE(V)A NOI CARA, ESSA IN I NATA SPUMA, IRE GIRA, PAUCUM

Tu riluci splendida nel sostenere noi affettuosamente, tu sei a noi cara, sei giunta per dare speranza, per lasciare cadere alle spalle ogni piccola mancanza, sei tu una che appartiene alla spuma del mare, da te la natura si rigenera, tu sei impalpabile e fuggevole;

La primavera

MAGG(I)O P(A)R(A)D KA RAMO P(E)SI TU IN INIZI REKI NA L(E)D(I)SI(A) POM(I) PI/CCIOL/ D(AI)

MAGGIO PARATO CO RAMO PESI TU IN INIZI(O) RECHI UNA LETIZIA POMI BO/CCIOLO/ DAI

Maggio si è preparato poiché i rami sono appesantiti dalle gemme, ad ogni suo ritorno reca una letizia e frutti dai boccioli. (Le riflessioni e le soluzioni, presentate in questo articolo per l’epigrafe impressa accanto al Guerriero di Capestrano, sono svolte dall’autrice in modo libero. Esse sono basate sulle ipotesi e rappresentano un esperimento, in stretto legame con l’idea descritta nei precedenti articoli, iniziando da Gemelle Illustri). (Pina Basile)

Bibliografia di riferimento:

Maria Ruggeri (a cura di) – Guerrieri e Re dell’Abruzzo antico;

Delia Guasco – Popoli italici – L’Italia prima di Roma – Giunti – 2010.

Da una piccola coppa
Un messaggio in frammenti

Affidato a due fedelissimi custodi, Latino e Italiano

Studio sperimentale per la scrittura dall’isola

La Coppa di Nestore risale al secolo VIII a.C., proviene dall’isola di Ischia e reca impressa una scrittura simile a quella etrusca, in particolare nella grafia e nella punteggiatura.

La scrittura sulla Coppa è anteriore a quella etrusca ed è stata già tradotta dagli studiosi. Essa tuttavia nasconde ancora una sorpresa e inizia a raccontare una storia unica quando si tenta di assimilare le sue parole a voci latine e italiane. Queste ultime infatti possono descrivere i luoghi, famosi per la loro amenità, per il clima e le qualità benefiche delle acque di sorgente. L’isola, con il suo territorio di origine vulcanica, è ricca di fonti termali e gode di un clima mite, dovuto alla sua posizione nel mare Tirreno.

I nomi Nestore (Nestoros) e Afrodite (Aphrodites), che si trovano l’uno all’inizio e l’altro alla fine dell’epigrafe, definiscono per primi la peculiare virtù degli elementi curativi del luogo, quella di essere elargiti direttamente dal mondo sotterraneo, affiorando dalle profondità della terra, salutari effetti, capaci di lenire fastidi e di guarire. Inarime, nome latino dell’isola, insieme ai precedenti due, indica e avvalora gli argomenti guida della ricerca. Nestore, nexi tere, lega trascina. Afrodite, affere edite, affiora diffonde. Inarime, inerme, bisognoso di cure; in eremo, in luogo tranquillo.

Riflessione intorno alla parola p, o, t, o

Seguono cinque versioni per i tre versi che compongono il testo sulla Coppa di Nestore. Le versioni sono svolte in modo non tradizionale e rappresentano un tentativo di sostituire le parole del testo con quelle latine e italiane. Progenitrice diretta della scrittura etrusca, la scrittura sulla Coppa si adatta allo stesso metodo di studio applicato a quella etrusca, mostrando in quale misura esse siano affini.

Nel testo si riconosce la parola “p, o, t, o” che richiama altri termini latini e italiani: “poto bere; poteo potere; potis signore; potissimus il migliore, il principale, il primo; pate patre, padre; puto pensare; potorio attinente al bere; potare nettare, ripulire, ritenere, credere; patera bassa ciotola; pater padre, antenato, maestro”.

Lo studio di questi vocaboli aiuta ad immaginare come, in tempi arcaici, la parola “poto = acqua limpida, pura”, fortemente pervasa di significati sacri, fosse adeguata per richiamare alla memoria i preziosi e saggi insegnamenti degli avi, riguardo alle benefiche acque purificatrici. Queste ed ogni attività della vita quotidiana erano sentite parte di una più grande e universale armonia.

Metodo

Le cinque versioni contengono le parole sulla Coppa di Nestore suddivise ognuna nelle proprie parti essenziali e sostituite con voci latine, italiane e dialettali italiane che abbiano con esse una chiara somiglianza. Ad esempio, nel testo originale, le lettere alfabetiche “t ph n”, se t = d, possono essere tradotte con diafonia “dissonanza”, “polifonia”, termine confermato dalle frasi sperimentali: “due fai una | iduo effie una, due (suoni) per un insieme armonioso”.

Al fine di rendere agevole la comprensione delle parole arcaiche, è possibile leggere le vocali liberamente e sostituire alcuni simboli alfabetici con altri simboli oppure con interi vocaboli: (S = esse /essere/; ius /diritto/; ais /dire di sì, affermare/; scio /sapere/) (H = abbia /avere/; ubi /dove/; idi /iduo, dividere/) (ph = effio /fruttare, risultare/); (S = doppia s = s = si = ci = sci; D = t t = d = t; t = t = d; Y = gi = vocali = v; H = b = idi; n = n = gn; ph = f f).

Versioni

Ameno

Ne stare esse : ameno : ivi poto una : poto rione

abbiasi datata pausa : potoria : avi dica canone

ubi mera esce : bere uso ài : colle sito affino : affiora edita essa

Soggiorni in luoghi : ameni : lì acque dalla fonte : e ruscelli chiari

sia puntuale la quantità di : acqua da bere : come insegnano gli avi

dove sgorga limpida : è consuetudine bere : fin dal sito sul colle : affiora e scorre.

Eredità

Nesso tara sia : emani : ivi pato una : pato ruene

base data da peso : patera e : avito ecco canone

ubi umore sia : ubi resa ài : callosità affina : effie reditas

Vi sia una forma : che si manifesti : un disagio : che si ripete

in base al peso sia data : la giusta misura della coppa : secondo antichi canoni di cura

dove siano screpolature : vi sarà miglioramento : e diminuzione delle rugosità : di origine innata.

Ristoro

Ne staurasse : mina : ai pete uno : patire ene

bastito dia passo : piatto ora e : aiuto ecco agognane

beo eme iuris : abbi aria esce a : callo stai affanno : affiorata tosse

Luogo di conforto : sollievo : per i piedi : stanchi

passo appesantito : e impacciato : qui trovi l’aiuto agognato

ambiente salutare : condotti d’aria : calda per placare l’affanno : e per eliminare la tosse.

Etica

Noi storia uso : mani : agio potene : potere a noi

idus data da pio sia : pietà iure e : agio etica canone

idioma iuris : i diaria scie e : coellisei diafonia : a foro edittasi

È nostra la consuetudine di tramandare la storia : degli avi : portare agiatezza : è nella nostra facoltà

Riguardo alle ricorrenze e ai giorni custodiamo le giuste tesi : e leggi eque : fedeli ai nostri ideali di virtù e merito

studio degli idiomi : compensi e scadenze : poesie e canti a più voci nel circo : sono tutti eseguiti secondo editti emanati nel foro.

Una poesia

Ne stare sia : ameni : agio poi teni : poto rio uno

abbiasi data ti pace : piete arrui : agio teco agognane

abbi amore suo : beare sia : co lei e lui si tu affine : a Fruti e Ditis

Tu resti in : luoghi ameni : ristoro poi ottieni : e acque alla fonte

ti sia dato sollievo : ai piedi stanchi : e benessere agognato

possa tu entrare nelle loro grazie : sia tu felice : con lei e lui sei affine : a Fruti e Dite il ricco.

Studio delle parole

(Latino: nexus, us /necto/ intreccio, connessione, nesso, nodo, concatenamento, vincolo; necto, is, nexui, /nexi/, nexum, nectere legare, attaccare, congiungere, intrecciare, vincolare, rannodare, concatenare; tero, is, trivi, terui, tritum, terere sfiorare, rasentare, tornire, percorrere spesso; affero, affers, attuli, allatum, afferre apportare, portare, recare, annunciare, riferire, causare, procurare, dare, allegare, addurre, giovare, produrre, rendere; edo, is, edidi, editum, edere emettere, mandare fuori, sboccare, produrre, recare, fare, dare, riferire, svelare, diffondere, elevare, designare, notificare, proporre, fare conoscere ufficialmente; una insieme; sto, stare stare, rimanere, trovarsi; poto, as, potavi, potum /potatum/, potare bere; Potina, ae Potina, dea che provvedeva alle bevande destinate ai fanciulli; mere schiettamente; rursus indietro, di nuovo, al contrario; avitus dell’avo, ereditario, antichissimo; pateo, es, patui, patere essere libero, essere chiaro, essere accessibile; patio, is, patere /patior/; patior, eris, passus sum, pati tollerare, sopportare, patire, permettere; effio /efficio, efficere/ produrre, causare, risultare, fruttare, conseguire; redeo, is, redii, reditum, redire ritornare, provenire; mina, ae liscia; beo, as, avi, atum, are beare, rendere felice, arricchire; emo, is, emptum, emere guadagnarsi, ottenere; potis, pote /potior/ che può, capace, in grado di; iduo, as, are dividere; pietas clemenza, pietà, devozione, religiosità, lealtà, equità, senso del dovere; ius, iuris diritto, legge, privilegio, potere, autorità; diarium, ii ricompensa, spesa giornaliera, diario; aio, ais dire di sì, dire, sostenere, affermare; scio, is, scivi, /scii/ scitum, scire sapere, capire, conoscere, intendersi di; teneo, es, tenui, tenere tenere, comprendere, giungere, ottenere, possedere; tecum cum te, con te) (Italiano: eremo /poetico: ermo/ luogo tranquillo e isolato; rione zona, contrada, tratto di territorio; mero chiaro, puro, non mischiato; ài tu hai; redità /parola arcaica italiana/ eredità; basto peso eccessivo, bardatura; diafonia forma elementare della polifonia; rio piccolo corso d’acqua, ruscello) (Dialetto: ruene esso ritorna; callo caldo; piete piede; teni tu tieni /tenere, avere/; arrui/nare/ errare; tecu con te). (Afrodite corrispondeva a Venere, antica divinità latina della primavera, degli orti e dea dell’amore e della bellezza. Famosa per il suo strabismo, una caratteristica che la rendeva ancora più affascinante, Venere portava anche l’appellativo di Fruti da Frutis, antica divinità latina collegata alla fertilità della terra. Ditis era Dite, dio latino del mondo sotterraneo e della ricchezza).

(In questo articolo le riflessioni e le versioni per il testo sulla Coppa di Nestore sono realizzate dall’autrice in modo libero e teorico, seguendo le ipotesi esposte nei precedenti articoli, a iniziare dall’articolo Gemelle Illustri. Le versioni rappresentano quindi un tentativo di adattare la scrittura del testo allo stesso metodo di studio ideato per quella etrusca, considerando le due scritture fra loro affini). (Pina Basile).

Bibliografia di riferimento:

Giuliano Bonfante and Larissa Bonfante – The Etruscan Language – An introduction – 2002;

Anna Maria Carassiti – Dizionario di mitologia classica – 2005.