Il solenne giuramento
Parole per un re

Teoria intorno alla statua

La statua denominata Guerriero di Capestrano risale al VI secolo a.C., proviene dalle Antiche Culture Italiche e prende il nome da Capestrano, luogo del rinvenimento, in Abruzzo. Fanno parte del suo corredo elementi adatti per il combattimento ed un copricapo composto da una larga tesa ad anello. Al suo fianco, lungo una colonnina, si trova incisa l’epigrafe, un testo antico italico.

In questo articolo, le parole impresse accanto al Guerriero di Capestrano vengono interpretate in modo sperimentale. Mantenendo inalterate le consonanti, quelle parole possono essere confrontate, assimilate e sovrapposte a voci italiane, latine e dialettali italiane. L’epigrafe si traduce così nel testo di un giuramento ed il personaggio, ritratto nella statua, appare nell’atteggiamento di recitarlo solennemente, davanti al suo popolo. L’epigrafe tuttavia nasconde un doppio significato dal momento che la parola k, u, p, r contiene, in sequenza ordinata, anche i caratteri alfabetici che formano il termine latino C, y, p, r, i, s, nome riferito a Venere, dea dei primordi, nata dalle acque del mare.

In un lontano passato i racconti intorno alla dea della primavera e al suo leggendario strabismo potevano essere considerati fonte benevola e attendibile di sapienza, per aiutare a chiarire i fenomeni della natura e per affrontare le difficoltà della vita quotidiana. Così da quelle storie proveniva l’insegnamento a superare i disagi con coraggio e saggezza. Un pensiero di speranza che si poteva ritrovare custodito nella scrittura impressa accanto alla statua, un messaggio antico ancora comprensibile, nonostante inevitabili difetti di lettura.

Nell’ipotesi del doppio significato da attribuire all’epigrafe, quello di un solenne giuramento e quello di una lode rivolta alla dea della primavera, le parole sulla statua mostrano la vivacità del primitivo significato.

Riflessione sugli argomenti

Nel testo impresso sulla statua, le lettere k, u, p, r sembrano corrispondere con quelle del vocabolo latino Cypris, Cypridis, Cipride, appellativo di Venere divinità della primavera. Le stesse lettere coincidono anche con il termine capriata elemento di sostegno che, in questo caso, rammenta l’atteggiamento del guerriero, rappresentato mentre sostiene il copricapo, emblema dell’importante impegno nel guidare la comunità. Le notevoli dimensioni del copricapo suggeriscono che tale ornamento potrebbe essere stato completato da rifiniture di cuoio a protezione della superficie di appoggio. La parola corame “cuoio” appartiene ai termini possibili, da sovrapporre alle lettere dell’epigrafe k, o, r, a, m, facilitando così la descrizione dei particolari nell’abbigliamento del sovrano. I nomi Cipride, capriata, corame sono di orientamento nella ricerca delle parole italiane per comporre le seguenti sei versioni, svolte per l’epigrafe.

Nella prima versione le parole italiane affiorano dai caratteri alfabetici che fanno parte dell’epigrafe e descrivono l’aspetto del personaggio rappresentato nella statua. In questa occasione, sono aggiunte le lettere k ed l, per sostituire le poche mancanti nel testo originale.

Mo’ cappa (mantello) reca re, mappa (protezione) sotto, annessi rocche, anelli essi piombo /kola/to”. “Ora il re indossa il mantello, reca protezioni inferiori, annessi (di cuoio) avvolti a più giri e anelli di piombo colato”.

Nei precedenti articoli, a iniziare da Le tasse e il vaso di D u e n o s, le parole italiane hanno dimostrato di coincidere con quelle etrusche. Dal momento che le parole italiane si sovrappongono senza difficoltà anche a quelle impresse accanto al Guerriero, si trova il sostegno per formulare una nuova ipotesi:

Parole antiche italiche = parole italiane = parole etrusche”.

Studio delle parole

(Latino: corium cuoio; coram davanti, apertamente, al cospetto di, coram populo davanti al popolo; duco, is, duxi, ductum, ducere condurre, ricevere; dicio, dicionis /dico/ comando, dominio, potere, signoria, sovranità, impero; dico, as, avi, atum, are dedicare, dare, consacrare; dico, is, dixi, dictum, dicere pronunziare, dire o pronunziare in pubblico, perorare, parlare, eleggere, proclamare, nominare, chiamare, denominare, fissare, stabilire, assegnare; elatus, a, um alto, elevato, sublime, nobile; cieo, cies, citum, ciere evocare, chiamare in aiuto, chiamare per nome; ecce ecco; ipse stesso, parimenti, pure, anche, proprio, precisamente; eluceo, elucere rilucere, brillare; opimus, a, um fecondo, copioso, splendido; spes, spei speranza, attesa; regero, is, regessi, regestum, regerere portare indietro, riportare, gettare indietro, rimandare; eo, is, ivi /ii/, itum, ire andare, venire, giungere, trasformarsi, diffondersi; paucus, a, um poco) (Italiano: corame cuoio; corame accora me, accorare, affliggere; mappa panno di lana; rappresentazione schematica di un dato fenomeno; a piombo in perpendicolare; anzi prima di, davanti; /egli/regge dal verbo reggere, guidare, essere a capo; nave nel significato poetico e figurato il termine nave può indicare una comunità bisognosa di guida; annona rendita, tributo; accollata cerimonia di investitura; accollare caricare di impegni e responsabilità; speme speranza; pecca difetto; poco in piccola misura; mo’ ora, momento, attimo) (Dialetto: annanzi, anzi per primo, davanti; pe’ per, al fine di; sollei tu sollevi, tu sostieni da sollevare e sostenere; lea ella o egli leva, da levare, togliere; unìu ella o egli venne, da venire, giungere).

Lettura sperimentale per alcuni segni alfabetici: (m = m = sci; simbolo del doppio rettangolo = d = t = vocali; k = c = g; i = vocali; p = b = p; l = v = l).

Versioni

Copricapo

MA KUPR(E) D(I) KORAM(E) OP(PO)SITI A NE NESSI REK(I) INEL(L) D(E)SI P(I)OMP /KALA/D

MI COPRE DI CORAME APPOSITI ANNESSI RECA ANELLO TESA PIOMBO /CALA/TA

Mi coprono appositi annessi di cuoio, reggo tesa in forma di anello e calata a piombo;

Pensiero

MIA KAPR(IA)D KORA M(E) AP(I)CI TIENE ANZI REKI NAV D(U)CI PIOMP /KAVA/D(A)

MIA CAPRIATA, CORE MIO PACI TIENE, ANZI REGGA NAVE, DOCE PIOMBO /CAVA/TA

Il mio compito, alta gratificazione e pace per il mio cuore, è il mio primo pensiero ed è quello di guidare la comunità, dolce privilegio ricevuto all’improvviso;

Cerimonia

(O)MAGGI A P(A)RI D(I)CE . RASCIA . P(O)STI AN(N)IN ESSE RAGIN(A) ELAT(A) SIA P(IA) . (A)MP(IO) A/GIO LEI/ DIA

MEC(O) A P(A)R(I)TA’ CO . ROMA . P(A)SS(A) DIA AN(N)ON(A) I SIA RECO ANELLO DI ESSE PIA . MAPPA /ACCOLLA/TA

ME CIE A PARITA’ ECCE . ROMA . IPSI DI ONIUNO ISSI REGINA ELETTA SIA PIA . MIA PA/CE ALLEA/TA

Io chiamata pubblicamente a parità con . Roma . parimenti a ognuno di essi reco anello, regina sono prescelta pia, invio accettabile tributo, onerata di impegni e responsabilità . partecipe di ampia alleanza a garanzia di pace;

Venere

E/LUCEI/ (O)PIMA P(E) SOL(L)E(I) N(O)I KAR(A) ESSA UNA UNÌU TE SPEME REGERE PECCA MIA

E/LUCI/ OPIMA, PESI LE(V)A NOI CARA, ESSA IN I NATA SPUMA, IRE GIRA, PAUCUM

Tu riluci splendida nel sostenere noi affettuosamente, tu sei a noi cara, sei giunta per dare speranza, per lasciare cadere alle spalle ogni piccola mancanza, sei tu una che appartiene alla spuma del mare, da te la natura si rigenera, tu sei impalpabile e fuggevole;

La primavera

MAGG(I)O P(A)R(A)D KA RAMO P(E)SI TU IN INIZI REKI NA L(E)D(I)SI(A) POM(I) PI/CCIOL/ D(AI)

MAGGIO PARATO CO RAMO PESI TU IN INIZI(O) RECHI UNA LETIZIA POMI BO/CCIOLO/ DAI

Maggio si è preparato poiché i rami sono appesantiti dalle gemme, ad ogni suo ritorno reca una letizia e frutti dai boccioli. (Le riflessioni e le soluzioni, presentate in questo articolo per l’epigrafe impressa accanto al Guerriero di Capestrano, sono svolte dall’autrice in modo libero. Esse sono basate sulle ipotesi e rappresentano un esperimento, in stretto legame con l’idea descritta nei precedenti articoli, iniziando da Gemelle Illustri). (Pina Basile)

Bibliografia di riferimento:

Maria Ruggeri (a cura di) – Guerrieri e Re dell’Abruzzo antico;

Delia Guasco – Popoli italici – L’Italia prima di Roma – Giunti – 2010.