Al confine di un podere
I numeri

Dal Cippo di Perugia

Riguardo alle epigrafi sul Cippo di Perugia una nuova versione, presentata di seguito, può essere aggiunta a quella descritta nel precedente lavoro Chiarore sul passato. La nuova soluzione deriva dalle ipotesi elencate nell’articolo Le tasse e il Vaso di Duenos. Secondo le ipotesi i documenti etruschi custodiscono concetti di valore dotto e razionale, con riferimenti ai numeri, spesso mimetizzati e non visibili immediatamente. Nella seguente versione l’argomento già trattato si amplia, senza cambiare nel significato essenziale. Sul cippo il testo rappresentava un solenne promemoria che ricordava all’abitante del luogo i compiti da svolgere, in qualità di custode del podere. Erano elencati vantaggi e premi, meritati per essersi dimostrato persona leale e rispettosa verso quanto richiesto dalle autorità.

Studio delle parole sul cippo

Tornando a studiare la parola t, a, n, n, a si nota la somiglianza con la voce arcaica italiana “tanno”, intesa nel significato di “scorza ricca di tannino, derivata dalla quercia e da altre piante”.

Immaginando che il cippo si sia trovato al confine di un podere, la frase etrusca di introduzione, nel testo sulla parte frontale, trascritta in modo libero: “e, u, r, a, t . t, a, n, n, a . l, a  r, e, z, y, l”, potrebbe essere letta con il seguente significato: “Ascoltate . tanna (bosco) . protetto dal beneficio del sigillo”. Le autorità etrusche apponevano il sigillo e sceglievano i numeri come mezzo di precisione per comunicare alla comunità i propri messaggi. Nella decima frase alcuni segni alfabetici etruschi: “E, N, M, I . 0 I I . 0 I” per la loro forma ricordano i numeri e supponendo di leggere M = ci, la parola E, N, M, I ricorda il termine oncia: “once 0,11 . 0,1”. Il numero 12 ed il simbolo 8 risaltano nelle epigrafi sul cippo e sembrano essere stati parte di un armonioso progetto, basato su immagini, capaci di richiamare alla mente i numeri e i loro rapporti. Gli Etruschi probabilmente si affidarono a questi ultimi credendo che sulla loro traccia si potesse tornare a comprendere le parole, quando esse fossero state dimenticate.

(Riferimenti e ipotesi riguardo ai numeri etruschi si trovano nel precedente articolo Lungo il corso del Tevere. Negli articoli l’argomento della Lingua Etrusca viene studiato in modo libero e teorico. I numeri sono presentati solo come parte di semplici, elementari operazioni di calcolo).

(Latino: auris ascoltatori; usus, usus utile, progetto, perizia, uso, impiego, esercizio, pratica; /tazi/ datio azione di dare, tributo; ratio calcolo, conto, misura, metodo, ragione, considerazione; paiamo da parere, risultare, apparire, sembrare giusto; elatio elazione, elevazione; elato = alto; latum larghezza, esteso; latum da fero, ferre porre, dare; Lari divinità protettrici della città e dei campi; inicio, inicere porre, accennare, far menzione; uncia interesse di un dodicesimo per cento mensile o dell’uno per cento annuo; lis, litis soluzione; lego, legere scegliere, nominare, studiare; liceo, licere valutare; lego, is, legi, lectum, legere cogliere, estrarre, rimuovere, sottrarre, scegliere, studiare, leggere attentamente; laeto, i leto, chi riceveva un fondo da coltivare pagando un tributo al suo padrone; inopertus, a, um scoperto, reso manifesto; inoperor, inoperari impiegare; inoperatus, a, um inoperoso; ops, opis autorità, forza, aiuto, soccorso; e, x, c, u, t, i, o    e, x, c, u, t, e, r, e allontanare, esaminare; exigo, exigere perfezionare, misurare, valutare, considerare; exeo, exire risultare, essere rinviato, evitare) (Italiano: /nodaro/ notaro notaio; resi dal verbo rendere, restituire, dare, ricompensare; accumulazione /interpretata per estensione del suo significato/ riserva di ricchezza per il benessere futuro; moggio antica misura di superficie) (Dialetto: cona angolo; chiau chiave).

Versione
Parte frontale

Audirete . tanna . Lauro sigillo
ama (si prende cura di) voi schiara (chiarire per voi) lautino . valida uno uso (perizia) e
stila abbuona sia sue le lodi ecco dire
tazi uno basileo rito sanciti (detto solennemente) usi (perizia)
rasine sia paiamo (da noi mostrato che) fanne pari
XII valida nodaro sia resa poi
e resa accumulo meglio eseguiamo elatio chiave uno (1/12)
e sa chi appellati (inviato in nome dei) Lari
aulico e . valletto inice e raziona legga (calcola) le
oncia 1 . 0 11 . 01 lisi cona (100) . genu (genere) . e
epiloga . 8 lege laeto redo lascia abbuonasi
calendi una (imposta) sculta (fissata)
baliaci (baliaggio) . schema basilei . valida una
fa indica e pe i munici (proteggere) li te’ (tieni) masi (podere)
inopere (è reso manifesto che) . si ruini ca (ca = per questo motivo) zoldi (soldo) II baliaci ti vo’ (ti chiede)
e lo dia in-a-fido (enfite-usi) . inopere . pone èsse (essere) usi
messaggi . e ca uni uno . ca (poiché è) leale . abbuona vale
dinami (controlliamo attivamente) la di razione e . intimiamo
dirui . canale . valida una . esse e si attiene
tu sani . ecco . valida noa da dire sede
audirai fila tu sani di rasine ècco e
tu sana situi sia di rasina sia schema di cippo
e le doute seguono abbuona muna
fine pure . chi canale fa a redita agio sia

Ascoltate . questo bosco . è protetto dal beneficio del sigillo
si prende cura di chiarire per voi Lautino . che rende valido e si occupa di
stilare l’elenco dei benefici fra i quali sono previste le lodi; egli ora si prepara a dire che
le tasse sono ricavate secondo il rito basileo che stabilisce solennemente che sia calcolata la ragione e sia mostrato che secondo tale calcolo essa è pari a
XII come viene convalidato dal notaio;
egli rende conto del metodo per calcolare la parte dovuta
metodo che è conosciuto bene da coloro che sono inviati in nome dei Lari;
il nobile . valletto fa menzione e calcola il valore delle
once 1 . 011 . 01 risoluzione 100 . genere . e
egli riepiloga . il valore di 8 che equivale a quello da corrispondere come laeto e restituisce tale valore lasciandolo in forma di beneficio;
alle Calende, scadenza fissata per l’imposta,
Baliaggio . schema basileo . rende valida l’imposta
e la mette in atto e spiega che per il bene comune tu ti prendi cura del podere;
è reso manifesto che . se rovini Baliaco ti chiede II soldi
e concede il podere in affido . è reso manifesto che . ne puoi avere uso;
il messaggio . chiarisce che ognuno . che si comporta in modo leale . merita i benefici;
Baliaco rielabora costantemente i valori secondo la ragione e, per l’autorità che gli appartiene, egli intima
che se distruggi . il canale . renderà valida l’imposta . e si atterrà ai precetti;
tu ti prendi cura del luogo . e per questo . rendi nota la tua nuova sede;
ricorderai poi che tu sani lo schema che indica il modo di calcolare la ragione e che
ti prendi cura del luogo,  dello schema e del cippo
e seguiranno benefici e premi;
infine . chi si prende cura del canale merita ogni vantaggio.

Parte laterale

Il messo vole dine sia
a tiene assetto
e ne sei chi ope (assiste)
i cippi linea
di bali mo’ èsca (uscire)
voci pe illata
rinno(v)ado esito
ecco vole dine
a chi li ne dia
tutore uno sia che
inezia e ozio che
e ne sa chi attua
e  mogge si abbia (da assegnare) e
no espandono
i emove illata
una abbia II
dire ene una
azzerata una cala
e dilata una èsca
e lode le i scocca (puntuali)
ècco e, x, c, u, t, e e, x,e,o èsca
e

Il messo giunge per dire che / tu sei chi si prende cura di tenere in assetto / e di conservare / i cippi allineati; / seguirà / un annuncio per il compenso / secondo un nuovo calcolo; / a tale proposito ecco il messo vuole aggiungere / che ti viene dato / il compito di tutore del luogo e che / anche inezia di risultati e pigrizia / vengono considerate e che per questo / la parte di premi, nella porzione da assegnare, / potrebbe non essere ampliata; / come premio viene tolta l’imposta / e ne viene calcolata una invece di due, / solo una, / diminuendo il valore complessivo azzerandone una / e allontanandola nel tempo  / e puntuali e immancabili sono inviate le lodi; / egli conferma che con cura si valuterà la quantità totale dei benefici da distribuire. (Negli articoli precedenti Gemelle Illustri, Le tasse e il Vaso di Duenos si trova descritta più ampiamente l’idea dalla quale proviene anche la seconda ipotetica soluzione, presentata in questo articolo per le epigrafi sul Cippo di Perugia. La prima soluzione e la bibliografia di riferimento si trovano nel precedente articolo Chiarore sul passato).

Bibliografia

Le Monnier – Dizionario illustrato della lingua latina – 1990
Larissa Bonfante – Etruscan, Reading The Past – 1990

Il mito etrusco
Custodito in uno scrigno

Stirpe di re

Fra le aristocrazie etrusche di Arezzo la famiglia Cilnie fu certamente la più influente e rappresentò la stirpe reale di cui parla la tradizione antica. Questa discendenza viene ricordata dai nomi impressi sul grande scrigno del 300 a.C., conosciuto come il monumento epigrafico dei coniugi Vel Heimni e Thanxvil Kilnei. L’insigne famiglia faceva risalire le origini regali indietro nel tempo, fino a confonderle con il mito. Come mostrano le immagini sul monumento, i principi della dinastia dei Cilnii, prima di iniziare le grandi imprese, ripetevano il rito della discesa nell’Ade immaginando di incontrare i progenitori, simbolo di nobiltà e fonte di alti ideali. Leggenda e rito sembrano essere confermati da due epigrafi, le stesse che riportano i nomi dei coniugi.

Era parte del cerimoniale una supplica che si trova ancora riposta nella prima epigrafe: “x, e, M, scuse; l, a, n, M, lenisci; a, a; l, e, lei; p, i, e, n, pieno; l, i, k, elogio; l, i, lui; p, pio; x, n, scanno (dignità)”; “Nel chiedere perdono, sia lenito il timore della mia anima e possa io ricevere un elogio da parte del re pio”.

La solenne richiesta di clemenza veniva recitata dal principe etrusco mentre scendeva idealmente nell’Ade, impersonando la figura mitica di un eroe il cui nome, leggibile nella seconda epigrafe, coincideva con quello di Peleo, sposo della ninfa Teti. Insieme al saggio avo Eaco e alla ninfa Endeide sembra siano stati questi i protagonisti delle leggende che erano conosciute dalla famiglia Cilnie e che appartennero alla scrittura etrusca sul monumento.

Nei precedenti articoli, iniziando da “Gemelle Illustri”, il modo di leggere i testi sia da destra verso sinistra che in senso contrario mostra di essere efficace per ritrovare i significati delle parole etrusche. Nella seconda epigrafe del monumento, per esempio, le lettere n, i, t, u, t, i non solo richiamano il nome “Endeide”, personaggio femminile nella genealogia di Peleo, ma rievocano anche l’espressione i, t, u, t, i, n “i Titani”, le divinità primordiali al vertice della linea di discendenza che attraverso Zeus ed Eaco conduce fino allo sposo di Teti.
(Lettura di alcuni simboli: v = p = b; h = d = vocali; th = d = f; ; M = si = sci; per interpretare la lettera x che nell’originale etrusco appare simile ad una piccola freccia, la soluzione viene descritta nell’articolo precedente Chiarore sul passato nel quale si trova anche la bibliografia utile per la ricerca) (Latino: licet è legittimo; mel miele; a, b, e, o – a, b, i, r, e sfuggire, non toccare, non essere aggiudicato; e, m, e, r, e ottenere; o, p, s – o, p, i, s forza, potenza, autorità, influsso, aiuto, soccorso, assistenza; e, m, e, a, r, e passare attraverso; eo, is, ivi o ii, itum, ire andare, venire, pervenire) (Italiano: scanno trono, seggio; ma’ madre; ei egli).

Versioni per la seconda epigrafe

Peleo e ma’ niteiti eaco lui uno da | dono a lui ecco e teti una miele abbia

Peleo è stato generato da Eaco e dalla ninfa Endeide | Un dono da assegnare /alla più bella/ viene offerto a Teti e Peleo durante il festeggiamento nuziale; 

Pelide emani Teti Eaco lui uno fi’ (figlio) | fine loco a tuto nome e tale ope (aiuto)

Tu nato da Eaco generi da Teti il Pelide | Infine tu ottieni aiuto solo garantito da una tale nobile discendenza;

Pelide emi annodataa che lene fi’ | fine loco aiutato nume ài da lei ope (forte)

Tu ottieni di circondare /Teti/ affinché addolcita ella generi il Pelide | Infine solo con l’aiuto di un nume tu raggiungi il favore di Teti per generare il forte /Achille/;

Pelide emanato te Eaco lui uno fi’ |  fa ne leggi e Titani emia e ideali pii

Il Pelide è nato da te che sei stato generato da Eaco | In queste parole tramandi le storie che derivano da quelle dei Titani e lasci leggere concetti e alti ideali;

Peleo e emendato Eaco lui nato | diano logo e ti teniamo ivi a lui pii

Tu Peleo vieni purificato dai tuoi errori poiché sei nato da Eaco | Infine ti viene concessa la parola e puoi trovarti alla presenza del re pio;

Peleo a mente tu Eaco linea da | ottieni elegga aiutato nomea ei lui pio

Tu sarai ricordato per la tua linea di discendenza attraverso Eaco | Tu sei degno di essere onorato poiché provieni da una stirpe di re saggi.

Bibliografia per il mito: Ovidio, Metamorfosi
Bibliografia per le epigrafi: Facchetti, 2000

Lungo il corso del Tevere
Una statuetta di bronzo

Ritratto di Aruspice

La statuetta di bronzo del IV secolo a.C. ritrae un aruspice etrusco che indossa un copricapo a forma di cono ed un mantello dal disegno irregolare, chiuso a un lato con un fermaglio. La piccola statua, che reca un’epigrafe impressa sul fianco, misura in altezza 177 millimetri. Proveniente dalle rive del Tevere è custodita presso i Musei Vaticani, Museo Gregoriano Etrusco.

L’artista etrusco modellò nella statuetta la figura dell’aruspice, facendo in modo che, ad un primo sguardo, essa apparisse umile e dimessa. In realtà egli mirava ad orientare l’osservatore oltre l’immediata impressione, indirizzandolo a scoprire lentamente il vero carattere del personaggio rappresentato e quindi a svelare il significato dotto delle parole custodite nell’epigrafe. Seguendo un’idea originale l’artista compose l’epigrafe dissimulandola tra le frange e le rifiniture del mantello. Aggiunse infine un fermaglio a rappresentare il simbolo astronomico della Bilancia.

Il contenuto dell’epigrafe conferma quanto tramandato riguardo agli aruspici etruschi. Questi si dedicavano a ricercare la volontà degli dei, attraverso lo studio dei fenomeni, ma erano soprattutto attenti ad ogni aspetto del sapere. Come indica il fermaglio, applicato sul mantello, essi si interessarono anche al cielo e alle stelle ed inoltre furono impegnati in numerose dottrine a beneficio della comunità.

Cercando numeri e astronomia

Una teoria

L’epigrafe etrusca impressa sul fianco della statuetta viene rappresentata di seguito in modo libero: (MVCIEFDV = FTLRVP . NI). Nel testo si distinguono due brevi tratti orizzontali simili al segno di uguaglianza. Essi vengono risolti anche con le parole rimare e remora. Alcuni caratteri si adattano a più di una soluzione (M = si // V = vocali // C = c = g = b // F = b = f = p = v // L = l = q // P = c = g = p // R = r = d r). Le versioni, svolte per l’epigrafe, si basano sulle considerazioni esposte nell’articolo precedente “Le tasse e il Vaso di Duenos”.

(Latino: iugum giogo, bilanciere, cilindro orizzontale, palo trasversale, costellazione zodiacale della Bilancia o Libra; iugus, a, um congiunto, unito; apex, apicis apice, sommità, ornamento; ineo, inire calcolare, principiare; nuo, nuere accennare; annui da annuo, annuere fare cenno, indicare; queo, quire potere, essere capace di; pono, ponere ritenere, considerare, soppesare, fare i calcoli, proporre un tema; perie (per + eo); per attraverso, lungo, in mezzo a; eo, ire andare, venire, camminare; ruo, ruere slanciarsi, sollevare; exigo, exigere misurare, pesare; adivi da adeo, adire andare, accostarsi, rivolgersi a; iaceo, iacere estendersi, essere calmo; iacio, iacere spargere, gettare lontano; corruo, corruere cadere, far crollare, precipitare; fauces, ium foce; accivi da accio, accire far venire; accepi da accipio, accipere interpretare, accogliere, ricevere; facio, facere produrre; vicis mutamento, scambio, reciprocità; talis seguente; rego, regere condurre, conservare, mantenere, controllare; neo, nere intessere;  praelatum da praefero, praeferre portare innanzi, anticipare; aedifico, aedificare edificare, ordinare, dare buon esempio) (Italiano: butta puntello; bietta cuneo; iri iride, arcobaleno; saia mantello; batalo lista di panno con cappuccio; saggiatrice bilancia di precisione; vite curva, disegno a spirale; remora indugio, ritardo, calma; equo equilibrato; guercio un solo occhio) (Dialetto: butta “esso pende”, buttare, pendere, essere obliquo; pieti piedi; viti “tu vedi”, vedere; unu uno; nou nove).

Versioni

Bilancia

Si (sei) iugo e bietta = beta la ireo epi . nue
“Sei la costellazione della Bilancia, appari obliqua nel cielo = la tua stella ‘beta’ risalta come la più luminosa ed i suoi colori sono simili a quelli dell’iride”;

Un saggio

Saggio vedi = vate quire po . ne
“Nella statuetta è rappresentato un saggio = egli tenta una soluzione per ogni quesito”; 
In . perie (in giro) quieto va = a do’ va è casa
“Il vate viaggia per la regione pacato e silenzioso = in ogni luogo egli viene accolto come nella sua casa”;

Abbigliamento del vate

 Saia che butta = batalo rue co . ni
“Il mantello che pende da un lato = il copricapo si slancia a forma di cono”;
Saggia petto = piete li arco . uno
“Immagine della Bilancia sul petto = in basso un piedistallo a forma di arco”;

Poeta

Odi fai chiosa = una . opera qui tu fai
“Il vate interpreta odi = egli crea una vera opera d’arte”;
Sia eco epodi = piete (piede) alterca . uno
“Nella metrica dell’epodo sembra di ascoltare risonanza = nella ritmica del verso il piede metrico alterna sillabe di misure diverse”;
Si (se) eco vedi = vite allarga . no
“Quando si genera l’eco = le onde sonore si moltiplicano seguendo le regole dei numeri”;

Il fiume

Uno . corri qui Teve /ri = mare/ adivi iacis
“Sei il fiume che scorre in questo luogo =  fluisci lentamente verso il mare”;
In . corrui quo tufo /(=) remora/ ad fauces
“Scavi e precipiti per il fatto che scorri nel tufo  = indugi quando ti avvicini alla foce”;

Numeri

1234567(8) = 12345(6) . 1(2)
8 = 6 + 2;
Sei accivi (accoglie) due = viti (vedi) quattro co . ne (angoli)
“(6 + 2 = 8) = considera la figura geometrica formata da quattro angoli uguali”;
In (riguardo a) . pari lati fa = otto fa basi
“Riguardo alla figura geometrica con i lati uguali = considera il numero otto come misura di base”;
Otto facie si = fate equo raggio . no(v)e // fate guercio (½) . noe (nove)
“Moltiplicare otto per se stesso = considerare il raggio equamente calcolato da nove (9 : 2 = 4,5) // (1 : 2 = 0,5; 0,5 . 9 = 4,5)”
(8 . 8) = (4,5 . 4,5 . 1,77 . 1,77)
64 = 63,44;
Se chiave due = vite la ragio . ne
“Se si considera il numero che moltiplicato per se stesso produce due (1,414 . 1,414 = 1,99) = si ottiene il numero simboleggiato dal disegno a spirale (141) // (141,6 = 8 . 17,7)”;
Ott(o) vece sua = vite (141) qui raggio . nei (intessi)
 “Moltiplicare otto per se stesso = combinare 14,1 con il valore del raggio 4,5” // (14,13 = 3,14 . 4,5) // (1,77 . 1,77 = 3,1329)
(8 . 8) = (14,1 . 4,5)
64 = 63,45;

Equilibrio

Otto vicis = va tale rego . uno
“Reciproco del numero 8 = risultato che moltiplicato per otto conduce a 1” // (1 : 8 = 0,125);

Una tesi

In . prelativo = aedificas
“In accordo con quanto anticipato nella tesi = tu elabori con ordine le argomentazioni”.

Testo di riferimento per l’epigrafe sul bronzetto:
Mauro Cristofani (a cura di) – Etruschi – Una nuova immagine – Giunti, Firenze, 2006

Bibliografia

Massimo Pallottino – Etruscologia – Editore Ulrico Hoepli Milano – 1984, settima edizione
Massimo Pallottino (direzione scientifica di) – gli Etruschi – Bompiani – Milano – 1992
Mauro Cristofani (a cura di) – Dizionario della Civiltà Etrusca – Giunti – Firenze – 1999
Mauro Cristofani (a cura di) – Etruschi, una nuova immagine – Giunti – Firenze – 2006
Romolo Augusto Staccioli – Gli Etruschi – Un popolo tra mito e realtà – Newton Compton editori, Roma, 2006
Massimo Pittau, Professore dell’Università di Sassari – Testi Etruschi, tradotti e commentati con vocabolario – Bulzoni editore – Roma – 1990
Federica Chiesa / Giulio M. Facchetti – Guida insolita, Etruschi – Newton & Compton editori – Roma – 2002
Giulio M. Facchetti – L’enigma svelato della lingua etrusca – Newton & Compton editori – Roma – 2000
Enrico Benelli – Le iscrizioni bilingui etrusco-latine – Leo S. Olschki Editore – Firenze – 1994